Sabatini: «Il Milan non è il nostro modello, all'Inter servono solo degli innesti»

«Non è il Milan il nostro modello e in questa squadra servono solo degli innesti. Nessuno ci può influenzare, neanche il Milan, saremmo come delle foglie. Il Milan non è…

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«Non è il Milan il nostro modello e in questa squadra servono solo degli innesti. Nessuno ci può influenzare, neanche il Milan, saremmo come delle foglie. Il Milan non è un modello per la nostra campagna acquisti perché loro partono da un presupposto diverso». Così Walter Sabatinicoordinatore tecnico di Suning Sport, ha fatto il punto in conferenza stampa a Riscone di Brunico, sede del ritiro dell’Inter, sullo stato di avanzamento del mercato della società nerazzurra.

Nessuna rivoluzione in vista dunque, ma una politica mirata finalizzata a rinforzare una rosa che, a detta dello stesso Sabatini, è già competitiva. «Abbiamo il nostro profilo, la nostra strategia e tra noi società, la proprietà e l’allenatore sappiamo come integrare la squadra. Il Milan ha ribaltato la rosa, l’Inter ha fatto un’altra scelta perché la squadra ha dato segnali di competitività, abbiamo giocatori molto forti e nel frattempo lavoreremo sulle integrazioni».

«L’Inter l’anno scorso ha dato un segnale, di poter essere una squadra competitiva,abbiamo giocatori forti qui e quindi riselezioneremo il gruppo di lavoro con l’allenatore, faremo una valutazione in base ai segnali che ci saranno dati dai nostri e faremo delle integrazioni sperando di poter cambiare le dinamiche tecnico tattiche e psicologiche auspicando che la chimica che tiene insieme una squadra possa essere completata», ha sottolineato il coordinatore tecnico di Suning Sport.

UN MERCATO SOTTO TRACCIA – «Perché ci si scatena anche in maniera silenziosa e non ci sono soluzioni pirotecniche da dare a tifosi e giornalisti. C’è un mercato silenzioso, siamo su obiettivi difficili cozzando sulla volontà delle squadre interpellate. Serve tempo, l’Inter è una garanzia in sé e non devo tranquillizzare nessuno. Faremo le cose necessarie e giuste perché la squadra abbia una forza ad essere protagonista. Questa società l’ho vista operare prima del 30 giugno, ho visto lavorare Ausilio (che apprezzo ed è il ds dell’Inter) e Gardini e lo hanno fatto con grande cognizione di causa. Ho qualche lacuna e io devo essere compensato», ha sottolineato Sabatini.