La stagione della Fiorentina chiusa con la mancata qualificazione in Europa League rischia di mettere in discussione tutti i punti chiave dello sviluppo societario delle ultime stagioni.
Diego Della Valle rompendo il silenzio sulla Fiorentina all’improvviso ha spiegato che è arrivato il momento di decidere: vendere o non vendere, stante il difficile rapporto con i tifosi. Sullo sfondo, tuttavia, i dubbi – in base a quanto riportato questa mattina da La Repubblica – stanno anche minando il rapporto con Palazzo Vecchio, che nelle ultime settimane si è impegnato per trasferire il mercato e consegnare al più presto l’area Mercafir al club, ovviamente sotto l’egida dei Della Valle.
Appena tre giorni fa, l’assessore all’urbanistica Giovanni Bettarini aveva rassicurato gli operatori Mercafir che tutto procede: variante urbanistica entro l’anno e subito dopo nuovo mercato. Il tutto per correre incontro al 2022, data programmata della prima partita alla Mercafir, secondo il calendario viola.
Adesso però DDV non esclude di lasciar perdere tutto, di tirarsi fuori: «Vendere la Fiorentina? Io la comprai, poi da alcuni anni mi sono completamente allontanato dalla gestione», sono state le parole di Diego nell’intervista rilasciata all’inserto economico del Corriere.
Eppoi: «Mio fratello Andrea ha fatto economicamente dei miracoli. La domanda che gli faccio è, dove sta il divertimento? È arrivato il momento di contarsi per davvero e vedere se questa pessima situazione dipende da pochi tifosi o se la città la pensa così. E poi di conseguenza prendere le dovute decisioni».
Sono queste le parole che stamani hanno sorpreso e scosso Palazzo Vecchio. Multinazionali e imprenditori di ogni tipo stanno investendo su Firenze: «Stiamo dimostrando di poter attrarre interesse e capitali», ricorda sempre Nardella.
Proprio adesso i Della Valle si muovono in direzione opposta? Da Palazzo Vecchio nessuna reazione ufficiale, com’è comprensibile. Però sono partite ieri più di una telefonata dirette ai vertici viola, alla ricerca di spiegazioni.
Fin dai tempi di Matteo Renzi sindaco, i cui rapporti con DDV sono stati nel tempo altalenanti, e ancora più nettamente ai tempi di Nardella, la linea di Palazzo Vecchio è del resto sempre stata quella del “no excuse”.
Ovvero: «Facciamo tutto il possibile, procediamo al meglio e alla massima velocità, non offriamo alibi di sorta ai Della Valle». Di modo che qualunque cosa decidano di fare i vertici viola appaia come una decisione presa in totale autonomia.
E non in conseguenza di qualche scoglio frapposto da Palazzo Vecchio: «Abbiamo dimostrato di essere seri, di procedere e di accogliere le loro richieste», ricorda un esponente della maggioranza.
Il project-financing, la proroga di un anno, l’impegno per liberare la Mercafir dal mercato: «Come possono dire adesso abbiamo scherzato?».
Magari i Della Valle non hanno ancora trovato il partner finanziario che cercavano? Il bello è che solo lo scorso marzo, durante la presentazione ufficiale del progetto del nuovo stadio a Palazzo Vecchio, Andrea Della Valle sembrò scacciare ogni ombra: «È un momento storico, sono tanti anni che ne parliamo e ora siamo finalmente alla partenza».
Parole che fanno a pugni con quelle dette adesso da Diego. E anche con quelle pronunciate allora dal sindaco Dario Nardella: «Abbiamo imboccato una strada di non ritorno». Che fosse un auspicio?