Al via il Giro d'Italia, quanto costa uno spot su Rai 2 nel mese di corsa rosa

Dopo tante settimane di gran parlare, parte oggi la centesima edizione del Giro d’Italia, corsa-simbolo di uno sport che riesce ad attirare ancora un gran numero di tifosi, nonostante scandali e delusioni…

Quanto guadagna Nibali

Dopo tante settimane di gran parlare, parte oggi la centesima edizione del Giro d’Italia, corsa-simbolo di uno sport che riesce ad attirare ancora un gran numero di tifosi, nonostante scandali e delusioni ne abbiano scalfito l’immagine negli ultimi anni. Il Giro piace e per questo la Rai ha fatto di tutto per accaparrarsi i diritti televisivi della corsa firmata da Rcs Sport (leggasi, Urbano Cairo): viale Mazzini ha pagato 12 milioni di euro per portare su Rai 2 la carovana rosa, una cifra più alta rispetto a quella sborsata per le edizioni passate (5-7 milioni). Antonio Campo Dall’Orto, dg Rai, è convinto che ne sia valsa la pena: l’anno scorso sono stati 21milioni i contatti netti davanti alla tv nel mese di corsa e per la centesima edizione c’è la consapevolezza di poter far meglio.

Su queste basi Rai Pubblicità, la concessionaria per gli spot della tv di Stato, ha presentato il prodotto-Giro agli investitori. Tanti spettatori, tanti soldi: l’equazione vale anche per la Rai che vuole incassare dopo aver speso i suoi milioncini.

 

Ma quanto costa uno spot durante il Giro d’Italia? Per valorizzare al massimo la corsa, le tappe sono state divise dalla Rai in tre categorie – Bronze, Silver e Gold – e per ogni tappa vengono proposte tre fasce che hanno prezzi diversi, data la differente attenzione del pubblico da casa: Diretta (14.45-16), Arrivo (16-16.30) e Winner (16-17.15). “L’incrocio delle due variabili – spiega l’ex Sipra – disegna il prezzo e l’offerta, modulare ed estremamente flessibile”.

Vediamo i costi per i brand, cioè l’incasso per la Rai. Innanzitutto si parte dai cartelli che presentano i programmi “offerti da”: in gergo tecnico si chiamano Billboard e per il Giro si possono acquistare 412 passaggi da 4 secondi per 434.400 euro, a copertura dell’intero evento e distribuiti tra i diversi programmi che parlano della corsa.

 

Se quattro secondi non bastano, però, la Rai mette a disposizione altre opzioni per i flexi sponsor: split screen e in spot. La prima chance è la più gustosa: prevede la divisione dello schermo con la messa in onda della pubblicità affiancata dalle immagini della corsa e praticamente un brand ha la certezza che nessuno cambi canale. È una opzione che costa carissima: 7 passaggi da 15 secondi vengono pagati non meno di 100mila euro per la Diretta in una tappa Bronze, ma si arriva a 364mila euro per 7 messe in onda in area Winner durante una tappa Gold. La seconda opzione non garantisce lo stesso risultato, ma sicuramente un bel risparmio: per le stesse variabili la spesa in spot oscilla tra 55.300 e 244.300 euro. Per non farsi mancare nulla, la Rai offre, infine, uno sconto del 10% a chi sceglie di coprire tutte le 21 tappe acquistando un pacchetto billboard più almeno uno di split screen e uno in spot.

Oltre ai pacchetti preconfezionati, la Rai permette agli investitori di acquistare sei passaggi durante la corsa, diciamo così, extra. L’importanza delle tappe ha la stessa divisione per metalli, ma in questo caso sono solo due i moduli con prezzi che oscillano tra 16.830 a 49.320 euro per sei passaggi, con spot sempre da 15 secondi. Chi vuole farsi vedere per un tempo diverso può accedere alle “iniziative speciali” pensate da viale Mazzini: un fuori break da 45 secondi può arrivare a costare 135.630 euro. Din-din-din.