Cina, investimenti esteri giù del 90% dietro le ragioni del closing Milan

La stretta sui movimenti di capitali in Cina segna i primi effetti sulle acquisizioni cinesi di gruppi stranieri, crollate del 90% dall’inizio del 2017 rispetto allo stesso periodo dello scorso…

berlusconi closing milan

La stretta sui movimenti di capitali in Cina segna i primi effetti sulle acquisizioni cinesi di gruppi stranieri, crollate del 90% dall’inizio del 2017 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

All’inizio del 2016, le acquisizioni cinesi avevano raggiunto la cifra record di 54,38 miliardi di dollari (circa 43 miliardi dei quali relativi al maxi-accordo per l’acquisto della svizzera Syngentha da parte del colosso della chimica ChemChina, che controlla Pirelli); all’inizio del 2017 la cifra si e’ drasticamente ridotta a quota 5,4 miliardi di dollari, secondo i calcoli della piattaforma di ricerca sugli investimenti Dealogic.

Due casi tra i piu’ recenti mostrano come il trend degli investimenti cinesi sia cambiato negli ultimi mesi: a inizio marzo, Dick Clark, la casa di produzione che gestisce i Golden Globe, che aveva annunciato un accordo da un miliardo di dollari per passare nelle mani della cinese Wanda a fine 2016, ha deciso di bloccare l’offerta perche’ la conglomerata “non e’ riuscita a onorare gli obblighi contrattuali”.

In una situazione complicata e’ anche la cessione del Milan agli investitori cinesi di Sino-Europe Sports, che promettono di versare il resto della somma necessaria al passaggio definitivo della proprieta’ entro la meta’ di aprile, tra molti malumori di Silvio Berlusconi che, dopo il mancato arrivo della terza caparra, sarebbe pronto ad abbandonare la lunga trattativa con il gruppo capeggiato dagli investitori Li Yonghong e David li Han. 
Pechino non sta incoraggiando gli investimenti all’estero, soprattutto in settori come lo sport o l’intrattenimento. Al contrario, a dicembre, una nota congiunta della banca centrale cinese della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme e del Ministero del Commercio di Pechino, chiedeva agli investitori di dare un taglio agli investimenti “irrazionali” in settori non strategici.
Meglio concentrarsi su investimenti industriali di ampio respiro e sui progetti di sviluppo infrastrutturale tra Asia ed Europa, che possono rientrare nell’iniziativa “Belt and Road” lanciata dal presidente Xi Jinping, nel 2013, come aveva sottolineato il mese scorso Pan Gongsheng, il capo della Safe (State Administration of Foreign Exchange).
Ancora oggi, Pan e’ tornato sull’argomento, in dichiarazioni riprese dallo Shanghai Securities News. “Le fusioni e acquisizioni all’estero possono assomigliare a rose con le spine”, ha dichiarato, ma ha voluto dare una nota positiva riguardo alle tante acquisizioni dello scorso anno nel mondo del calcio. “Se queste acquisizioni possono aiutare a migliorare lo standard del calcio cinese, allora penso che siano una buona cosa”.