Dopo la chiusura della 28° giornata lo scorso lunedì con il match Lazio-Torino si è ormai entrati a tutti gli effetti nella fase calda della stagione, dove, con solo dieci partite alla fine del campionato, ogni sfida diventa decisiva per centrare i rispettivi obiettivi stagionali. Uno dei principali è certamente la qualificazione a una Coppa Continentale (Champions o Europa League) per la prossima stagione.
Confrontando l’andamento delle squadre nelle ultime tre stagioni, la quota Champions più bassa sarebbe stata ipoteticamente della Lazio nel 2014/2015 con 69 punti (media-punti di 1.81). La più alta invece nella passata stagione dove con 80 punti si accedeva ai preliminari di Champions League: media di 2.10.
Per l’Europa League, invece, sono bastati alla Sampdoria “solo” 56 punti per la qualificazione nel 2014/2015 (media 1.47); mentre i 61 punti del Sassuolo nel 2015/2016 rappresentano l’asticella più “elevata” (media 1.61).

NB: Genoa e Parma non qualificate perché senza Licenza Uefa
In questa stagione (dati alla 28° giornata), il Napoli occupa in questo momento la terza posizione con 60 punti, media di 2.14 a gara, che, se confermata, permetterebbe ai partenopei di chiudere con 81 punti, in perfetto allineamento con la passata stagione. La Roma dista solamente due lunghezze e i giallorossi devono ancora affrontare ben quattro sfide delicate con Atalanta, Lazio, Milan e Juventus così come gli azzurri che sono attesi dai banchi di prova Juventus, Lazio, Inter e Fiorentina.
Di questa situazione potrebbe avvantaggiarsi la stessa Inter, che da quando ha Pioli alla guida è seconda solo alla Juventus come media punti (2.31 contro 2.5), ma anche i nerazzurri hanno molti incroci delicati da qui a maggio (Milan, Fiorentina, Napoli e Lazio). Se la banda Pioli tiene la media attuale i 77 punti di proiezione finale però potrebbero non bastare (come recentemente dichiarato dall’allenatore servono infatti 80 punti).

I biancocelesti di Inzaghi, vera e propria rivelazione del campionato, marciano alla media di 2.00 punti a partita (proiezione 76 punti) ma devono ancora esibirsi all’Olimpico contro il Napoli, al Franchi e alla penultima affrontano in casa l’Inter dell’ex-tecnico Pioli in una partita che molto potrebbe ancora aver da dire in termini di classifica.
Rallenta l’Atalanta dopo il 7-1 subito dall’Inter, anche se la squadra di Gasperini ha ripetutamente dichiarato di voler suggellare questa stagione da record con l’ingresso in Europa. 52 punti attuali (media 1.86) ed una proiezione da 71 punti che oltre a garantire una qualificazione europea segnerebbe un record leggendario nella storia degli orobici.

Il finale concitato allo J-Stadium lascia il Milan fermo a 50 punti, ma con un calendario in teoria semplice che, al netto del derby e della sfida interna con la Roma, potrebbe regalare il match point qualificazione europea alla 36esima giornata all’Atleti Azzurri di Bergamo. Al momento infine sembra essersi persa per strada la Fiorentina che, con 45 punti, è a – 7 dalla zona Europa.
Se, come già detto, il Napoli dovesse uscire indenne dalle forche caudine degli scontri diretti e dovesse confermare la media attuale, per la qualificazione ai preliminari di Champions si parla da 80 punti in su, discorso diverso merita l’Europa League dove se tutte le squadre continuassero a marciare al ritmo attuale si avrebbe la quota più alta nella storia del nostro campionato: oltre 70 punti (71 ipotetici dell’Atalanta) per un sesto posto, infatti, non si erano mai visti prima.

*Solo con Pioli si arriverebbe a 77.
Quanto vale qualificazione Champions Europa league
Innanzitutto partiamo dall’analisi di quanta ricchezza hanno distribuito le due competizioni ai club nella stagione 2015/2016 (la prima con il nuovo contratto televisivo che durerà sino al 2018). Nel grafico sottostante si può notare come la Champions League valga circa 3.27 volte l’Europa League in termini di premi totali versati alle squadre che ne prendono parte. Questo dato è una media tra i bonus legati alle prestazioni (3.37x) e il market-pool che nel caso dell’Europa League vale meno di 1/3 rispetto alla “sorella maggiore”.

NB: i premi per performance comprendono anche quelli legati ai risultati
Dal bonus di partecipazione, leggermente ritoccato in questa stagione, (12.7 milioni contro 2.6) fino a un’eventuale vittoria (15.5 milioni contro 6.5), la Champions League ha ben poco a che spartire con la “sorella minore”. Vincere l’Europa League partendo dalla fase a gironi permetterebbe di incassare 12,950 milioni di Euro di premi legati alle performance, che quasi coincidono con il solo bonus legato a chi partecipa alla Champions (12,700): stornando il fatto che in Europa League c’è un turno supplementare con i sedicesimi (dal valore di 500 mila Euro) è addirittura inferiore.

NB: i premi per performance non comprendono anche quelli legati ai risultati.
*Rapporto calcolato per la stagione 2016/2017.
A fare ancora più grande questa differenza, c’è poi la componente market-pool. Infatti, analizzando con attenzione i cinque principali mercati continentali (Inghilterra, Italia, Spagna, Francia e Germania), la quota di market-pool per nazione per ciascuna competizione è sempre tale per cui il rapporto non scenda mai sotto 3.25.
In sostanza la torta dei diritti TV da spartirsi una volta qualificati alla Champions League è almeno il triplo di quella legata ad una qualificazione all’Europa League. Per quanto riguarda l’Italia, se aggiungiamo che nelle ultime tre stagioni hanno in pratica partecipato solamente due squadre alla competizione più prestigiosa, ci si accorge di quanto possa incidere sul bilancio dell’anno successivo un piazzamento tra le prime due.

Con riferimento a quanto incassato dalle squadre italiane lo scorso anno ci si accorge di come è evidente ed incidente la differenza tra le due competizioni: la Juventus e la Roma infatti hanno entrambe incassato circa 6 volte l’importo di Napoli e Fiorentina, qualificate ai gironi di Europa League. Discorso intermedio per la Lazio cui ricavi sono generati al 50% dalla Champions (ma solo per aver disputato i preliminari) e 50% dall’Europa League (arrivando in questo caso sino agli ottavi).

Quanto vale qualificazione Champions Europa League, le ipotesi
Proviamo ora a simulare le diverse combinazioni: abbiamo preso in considerazione ipotesi standard, relative alla sola prima parte del market pool (che viene ripartita in base al piazzamento in campionato nella stagione precedente), mentre la seconda parte del market poo verrà ripartita in base al numero di partite disputate nella competizione e la quota di premi legati alle performance. Si tratta, quindi, di una simulazione dei ricavi base: a questi si aggiungerà la seconda parte del market pool e i premi legati alla performance.
Combinazione 1
In questo scenario la squadra terza classificata si qualifica alla fase a gironi della Champions, passando dal preliminare. La vincitrice del campionato si assicura 40,6 milioni di Euro dalla sola partecipazione, la seconda 32,2 e la terza 23,1.

Combinazione 2, 3 e 4.
La squadra 3 classificata nella stagione in corso non supera i preliminari (come negli ultimi tre anni): di conseguenza non guadagna il premio legato all’accesso al tabellone principale della competizione (12,7 milioni). Tuttavia contabilizza 3 milioni (non 2) per l’uscita al preliminare e prende il market-pool di “consolazione” pari a 10,8 milioni. Per le altre due squadre il vero guadagno sarà “futuro”: spartirsi in due (e non in tre) il market-pool legato al numero di partite disputate nella competizione (circa 55,8 milioni).

È in questo modo che si uniscono i destini delle squadre qualificate alla Champions ed Europa League: infatti la retrocessione della squadra 3 crea un’ulteriore fattore di ripartizione del market pool tra le qualificate alla UEL. Fermo il bonus per il raggiungimento della fase a gironi (2,6 milioni), l’aumento del numero di squadre fa diminuire il market pool (1) destinato alla qualificazione alla fase a girone: il 50% del totale destinato all’Italia pari a 22,750 milioni.
Dunque in questo scenario (la squadra 6 non sbaglia il terzo turno preliminare), vengono divisi in quattro circa 11,400 milioni. È stata scelta la divisione paritaria, ma nel caso di vincitrice della Coppa Nazionale spetterà alla stessa il 40% degli 11,400 milioni, lasciando alle altre la divisione paritaria della quota restante. Il market pool (2) invece è destinato per una quota pari al 40% (circa 4,500 milioni) del restante 50% (circa 11,400) alla divisione paritaria tra le squadre che disputeranno la fase a gironi.
In sostanza la squadra 3 guadagna come la squadra 4, ma con la differenza della “dote” Champions di almeno 13,8 milioni di Euro, che rappresentano la vera differenza tra queste due posizioni. Se la squadra 3 dovesse centrare i preliminari la differenza sarebbe ancora più netta in quanto andrebbe a godere del market-pool da 55,8 milioni di Euro destinato al numero di partite giocate nella competizione.

In questo ulteriore scenario la squadra 6 non si qualifica alla fase a gironi dell’Europa League ed il market-pool viene ripartito su tre squadre.

Combinazione 5 e 6
Le combinazioni 5 e 6 sono figlie della combinazione 1: la squadra 3 si qualifica per la fase a gironi della Champions League. La differenza è dettata dalla qualificazione/non qualificazione della squadra 6 attraverso il terzo turno preliminare.

Nel caso in cui la squadra 6 non dovesse superare il terzo turno preliminare, le due squadre che accedono direttamente alla competizione guadagnano entrambe più di 10,5 milioni. Valore simile ai 13,8 della squadra 3 che disputa la Champions League, ma senza la possibilità di accedere al ricco market-pool legato alle partite disputate nella competizione e ai bonus legati al passaggio del turno.
