Con i nuovi vincoli Rai è a rischio il calcio in tv, dai Mondiali alla Coppa Italia

La Rai potrebbe ritrovarsi presto a corto di risorse economiche, tanto da minacciare la presenza sulle reti della tv di Stato di alcuni eventi pubblici tradizionalmente trasmessi da viale Mazzini,…

Germania 2006 World Cup - Coppa del Mondo

La Rai potrebbe ritrovarsi presto a corto di risorse economiche, tanto da minacciare la presenza sulle reti della tv di Stato di alcuni eventi pubblici tradizionalmente trasmessi da viale Mazzini, come ad esempio la Coppa del Mondo, o di pregiudicare la possibilità di partecipare alle aste che in primavera si terranno per la cessione dei diritti tv della Champions League e della Europa League. Ne scrive oggi il quotidiano economico Italia Oggi, in un articolo firmato da Claudio Plazzotta che spiega i motivi dei timori di Alessandro Campo Dall’Orto e Monica Maggioni, rispettivamente direttore generale e presidente in Rai.

In estrema sintesi, a turbare il sonno dei manager sono elementi molto politici: concessione governativa, canone televisivo e tetto agli stipendi. I nuovi criteri alla base della concessione governativa decennale che il governo di Paolo Gentiloni ha approvato la settimana scorsa in Consiglio dei ministri, infatti, rischia di sottrarre 100-150 milioni di euro ai conti Rai e il segno meno si va ad aggiungere al già pesante meno-200 imposto dalla nuova ridistribuzione dei ricavi da canone televisivo (nonostante l’aumento complessivo del gettito per le casse dello Stato). A questi due elementi si affianca il tetto agli stipendi delle star che rischia di far crollare l’appeal della tv di Stato con conseguente calo della raccolta pubblicitaria di ulteriori 100 milioni di euro circa. In totale, nel giro di un paio di esercizi la Rai rischia di trovarsi con 400-450 milioni di euro in meno.

Se per canone – che nel 2017 calerà ancora, passando a 90 euro – e tetto agli stipendi il dado è tratto, come mai la nuova concessione pubblica rischia di far saltare lo sport sui canali di Saxa Rubra? Lo spiega molto bene Plazzotta nel suo articolo su Italia Oggi. Nel testo della concessione decennale che dovrà passare al vaglio della Commissione vigilanza Rai, infatti, “sembrano esserci ulteriori vincoli penalizzanti per la tv pubblica e relativi all’affollamento pubblicitario” e dopo l’entrata in vigore della concessione (dal 1° maggio 2017), “il limite di affollamento del 4% orario settimanale potrebbe valere per ogni singolo canale della Rai. Non sarà più possibile operare, invece, come fatto finora: ovvero, calcolare il 4% su una media degli affollamenti di tutti i canali Rai”.

Fino ad oggi, per dirla in altre parole, la Rai aveva un limite pubblicitario su tutto il bouquet di canali e poteva alzare la trasmissione pubblicitaria ad esempio su Rai Uno durante alcuni eventi anche al 15%, in cambio di tener più scarichi gli altri canali e raggiungere così l’equilibrio del 4%.

Se invece dovesse essere obbligata a rispettare il vincolo sul singolo canale ovviamente questo meccanismo non potrebbe più essere messo in pratica e viale Mazzini sarebbe costretta a far di conto per trovare la quadra di bilancio. Secondo le stime si perderanno non meno 100-150 milioni di euro e un esempio concreto sull’impatto di questo cavillo lo offrono proprio i Mondiali di calcio: valgono circa 70 milioni di euro di raccolta pubblicitaria e, se nel 2018 la Rai dovesse sottostare a questi nuovi vincoli, per trasmettere durante i match gli spot venduti ad hoc Saxa Rubra dovrebbe rinunciare a tutta la pubblicità nel resto della giornata.

Forse davvero troppo perché significherebbe rinunciare a soldi veri e questo rischia di minare, tra le tante cose, proprio l’acquisizione dei diritti sportivi tradizionalmente nei palinsesti Rai. Non solo potrebbero venir meno le risorse per acquisire i pacchetti, ma dovendo limitare la raccolta pubblicitaria di fatto rischia di diventare antieconomico sostenere l’investimento. Per i Mondiali e Olimpiadi, ma non solo. A conti fatti bisognerebbe rinunciare al sogno della Champions in chiaro sui canali di Stato, così come alla Coppa Italia che tanto piace al pubblico.