Per 5,2 milioni di italiani il proprio smartphone è la filiale di banca preferita, un numero che vale una crescita del 44% rispetto alla rilevazione di 18 mesi fa. La fotografia è scattata dal CheBanca! Digital Banking Index, l’osservatorio che misura la digitalizzazione del banking in Italia realizzato da CheBanca!, la banca multicanale del Gruppo Mediobanca dedicata al risparmio e agli investimenti. Secondo quanto emerge dall’Index, tre correntisti online su dieci accedono via mobile alla propria banca, con il 5,5% dei correntisti online che fa le sue operazioni solo con il cellulare. Numeri di un mercato che ha ancora margini per migliorare le proprie performance.
Un po’ di cifre: in Italia esistono poco più di 29 milioni di utenti Internet, tra questi 24 milioni hanno almeno un conto bancario. Conta 17,7 milioni di clienti, invece, il sottoinsieme di chi ha accesso ai propri conti online, via portale web o applicazione: il 60% di chi si connette ad Internet con regolarità. Questo vuol dire che esistono in Italia 6,3 milioni di utenti in grado di usare gli strumenti del web e che al momento portano a termine le loro operazioni bancarie in modalità esclusivamente tradizionale.
Che Banca! Digital Bannking Index, quale futuro per la banca digitale
Come sottolinea il CheBanca! Digital Banking Index, questi sei milioni di clienti rappresentano “un notevole potenziale di crescita per i servizi bancari digitali”, anche se non tutto può essere delegato al virtuale e le banche devono ancora fare i conti con il buon vecchio rapporto umano. Secondo l’Index, infatti, le app vengono usate per le funzioni di base, come controllare saldo e fare bonifici; chi compie operazioni più complesse, dal trading di titoli all’acquisizione di polizze assicurative, preferisce andare in filiale e si affida all’applicazione solo nel 3% dei casi.
Roberto Ferrari, direttore generale di CheBanca!, spiega che l’Index “conferma una tendenza da tempo registrata: in un’era dominata dalla digitalizzazione, la componente fisico-relazionale rimane comunque cruciale nel rapporto banca-cliente. La competitività delle banche passa perciò, oggi più che mai, dalla capacità di dialogare con i propri clienti con il canale giusto per ciascuna specifica esigenza”.
Chi scegli di affidarsi al digitale è un uomo (nel 56,9% dei casi) con un’età inferiore ai 45 anni (54%) che vive al Nord (48,5%). All’appello mancano quei 6,3 milioni di utenti Internet che potenzialmente potrebbero essere assolutamente in grado di affidare tutto (o quasi) al digitale, ma che preferiscono recarsi in filiale, con tutto ciò che comporta. Secondo il CheBanca! Digital Banking Index, la chiusura al digital banking da parte di questa fetta di utenti è riassumibile in tre categorie: per il 52% di loro non c’è alcun bisogno di un accesso digitale; il 14% teme per la sicurezza delle transazioni; il 19% è convinto di non essere in grado di completare le operazioni.
Che Banca! Digital Banking Index, la nuova frontiera: il robo-advisor
L’apertura al digitale apre nuove frontiere anche nell’educazione finanziaria e nella gestione dei titoli. Su 2,9 milioni di clienti che in Italia possono contare su un dossier-conto titoli associato a un conto corrente online, tuttavia, solo il 20% ha mai sentito parlare del robo-advisor, il consulente finanziario virtuale che offre servizi personalizzati sugli investimenti. Ad oggi appena 500 mila clienti sanno di cosa si tratta, anche se gli ultimi dati dimostrano una forte crescita: in soli sei mesi è più che raddoppiata la quota di persone a conoscenza dello strumento.
Secondo il Chebanca! Digital Index, il trend può essere considerato “particolarmente positivo” con l’asticella degli obiettivi spostata di mese in mese più in alto. Del resto quello del robo-advisor è un servizio che la clientela ‘nativa digitale’ apprezza e sfrutta più, in proporzione, rispetto a quella tradizionale: ne conoscono le potenzialità il 6,6% dei correntisti online delle banche digitali, contro l’1,9% delle banche tradizionali.