Sky differenzia il business, tra gli obiettivi un risparmio sui diritti tv del calcio

Dopo la pubblicazione dei dati di bilancio di Sky, che hanno evidenziato un rosso nel primo anno senza Champions si aprono alcune valutazioni sul modello di business della piattaforma satellitare.

Secondo…

Calcio 2003/20024

Dopo la pubblicazione dei dati di bilancio di Sky, che hanno evidenziato un rosso nel primo anno senza Champions si aprono alcune valutazioni sul modello di business della piattaforma satellitare.

Secondo quanto scrive oggi il quotidiano ItaliaOggi la prospettiva di Sky è quella di differenziare i ricavi. 

Dopo la perdita dell’esclusiva sulla Champions League, che aveva certamente spaventato, la politica promozionale aggressiva (abbassate le soglie di prezzo di ingresso nel luglio 2015) che ha portato alla discesa dei ricavi medi da abbonato (da 43 euro nel giugno 2015 a 42 euro nel giugno 2016) ha garantito la crescita degli abbonati, con una tendenza al rialzo anche nel 2017.

Attualmente i contratti in essere sono 4,76 milioni e i ricavi sono cresciuti dell’1% rispetto al 2015.

In particolare la raccolta è cresciuta bene per l’ingresso nel gruppo di Tv8 (in chiaro, acquistata nell’estate 2015 per 50,5 milioni di euro) e per la trasmissione integrale delle partite degli Europei di calcio.

Nel frattempo Sky si muove verso nuovi business.

La pay tv vale l’82,4% dei ricavi, ma – sempre come riportato da ItaliaOggiè un comparto in calo e dove, forse, ci potrebbero anche essere tensioni sulla redditività, tenuto conto dei necessari investimenti per adeguare di continuo le tecnologie digitali e le modalità di visione.

Da qui nascono le nuove strade da percorrere: si è detto della tv in chiaro, una strada percorsa finora solo in Italia ma non negli altri paesi come Germania, Austria, Gran Bretagna o Irlanda,

E negli ultimi anni anche le produzioni proprie sono aumentate (Gomorra, The Young Pope, Diabolik), oltre alle produzioni cinematografiche.

Per Sky, insomma, un modello di business in evoluzione, in cui la centralità del calcio potrebbe non essere più così centrale.

In particolare la stessa piattaforma potrebbe giovarsi della situazione di mercato che si è venuta a creare in Italia: la voglia di pagare meno i diritti della Serie A, e di avere quelli della Champions “scontati” rispetto a quanto pagato da Mediaset Premium negli ultimi 3 anni, è davvero tanta e il rischio (per i club di calcio) di vedere scendere il valore dei diritti tv nelle prossime aste è concreto.