Football Manager scouting: "Così classifichiamo oltre 88 mila giocatori italiani"

Novembre per i nerd che si nutrono di pane e calcio è il mese dell’uscita di Football Manager, ed anche quest’anno il manageriale più venduto al mondo è arrivato puntuale…

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Novembre per i nerd che si nutrono di pane e calcio è il mese dell’uscita di Football Manager, ed anche quest’anno il manageriale più venduto al mondo è arrivato puntuale all’inizio del mese.

Per scoprire cosa c’è dietro al più vasto database mondiale sui calciatori abbiamo sentito Alberto Scotta, noto in rete come Panoz, responsabile del database per il mercato italiano.

La sua collaborazione è la più longeva con Sport Interactive, ben 20 anni da quando la società inglese lo ha ingaggiato per creare la rete italiana di osservatori.

Innanzitutto le novità. Perchè passare al nuovo FM17 oltre ovviamente al fattore “collezione” e alla voglia di mettere le mani sul nuovo database? “Quest’anno – spiega Alberto Scotta – è decisamente migliorato il motore della partita ed anche la modalità fantasy è stata aggiornata. Per quanto riguarda invece il calciomercato abbiamo aggiunto il diritto di riscatto e controriscatto. Quindi una sorta di diritto di recompra. Ma lo sforzo più grande a livello italiano lo abbiamo fatto implementando la regola degli extracomunitari esattamente come viene realizzata in Italia”.

Matteo Zanini, Alberto Scotta e Simone Gattuso, ricercatori italiani di FM17
Matteo Zanini, Alberto Scotta e Simone Gattuso, ricercatori italiani di FM17

Un dettaglio non da poco per gli appassionati: “Fino all’anno scorso si potevano acquistare due extracomunitari a prescindere. Da quest’anno se ne può prendere uno senza vincoli più uno in base alle presenze in nazionale. Abbiamo implementato andando a vedere i dettagli e il tool è decisamente riuscito”.

Il realismo sta arrivando a livelli impensabili fino a pochi anni fa, è un fatto. “Si, ma mi piace sottolineare che oltre agli aspetti hardcore del gioco ci sono anche alcuni passaggi più leggeri. A qualcuno può sembrare stupido, ma io tra le novità apprezzo moltissimo il fatto che quando inizi la partita puoi caricare la tua foto e diventi un personaggio reale. Anche se poi sono stati inseriti dei vestiti un po’ datati e i look che escono sono improbabili”.

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Ma veniamo al lato certamente più interessante quanto complicato. Come si crea e si aggiorna un database come quello italiano con più di 88 mila persone? “In questo momento ci sono 50-60 persone che collaborano attivamente da giugno a settembre. Matteo Zanini è il mio assistente e capo ricerca di San Marino, poi abbiamo dei capiserie: 2 in serie A, 4-5 per serie B e 3-4 per ogni girone di Lega Pro, oltre a un capo assoluto della Serie D: un campionato particolarmente difficile da seguire ma che rende ancor più affascinante il gioco”.

Una mole dati immensa: “Ci sono centinaia di dati per un giocatore, almeno 200 valori diversi tra dati anagrafici e nazionalità fino ai trofei, presenze, reti. Non tutti ovviamente sono aggiornati uguali. Ogni squadra è gestita da un caposquadra e la media di valore di quella rosa viene elaborata in base al valore medio di abilità dei migliori 16 giocatori in rosa”.

Esistono osservazioni oggettive come i dati tecnici della partita ad influenzare il DB? “No, il lavoro è tutto dello scouting che di volta in volta va ad analizzare le singole abilità dei giocatori. Esiste una partnership con Prozone, ma è solo a livello d’immagine”.

Come vi assicurate che non ci siano anomalie tra i valori dei giocatori nel database? “Dopo aver bilanciato quello si vanno a guardare i vari attributi e si controlla di non avere medie troppo alte cercando di ponderare i valori. E’ un lavoro durissimo e il più importante ma è uno dei tanti, successivamente si fanno dei task incrociati ad esempio su presenze in nazionali, awards, punteggi in classifica. Il database viene consegnato tre volte a Londra e di volta in volta viene migliorato in base ai valori internazionali”.

premier league diretta sky otto partite nel week end
Zlatan Ibrahimovic (Insidefoto)

E’ mai capitato di riscontrare anomalie? “Il caso secondo me più eclatante e che ogni tanto cito era quello di Ibrahimovic che quando arrivò in Italia ci venne consegnato con una valutazione di 147 rispetto a Del Piero e Trezeguet che stavano a 170, poi lo abbiamo alzato, ma il responsabile svedese ci disse che valeva quanto Osmanovski. A noi sembrava leggermente più forte”.

E quest’anno? “Beh, un caso particolare riguarda Kessie dell’Atalanta: un giovane che partiva da un livello molto buono ma che dopo l’inizio strepitoso abbiamo dovuto alzare di almeno 10-12 punti per ponderarlo sul valore che sta esprimendo in questo momento”.