Diritti d'autore, Mediaset vince in tribunale contro L'Espresso

Vietato usare video presi dai canali tv. Il gruppo Editoriale L’Espresso è stato condannato a risarcire 250 mila euro a Rti-Mediaset per «la violazione dei diritti spettanti alla società Rti…

Inter - Aek Atene

Vietato usare video presi dai canali tv. Il gruppo Editoriale L’Espresso è stato condannato a risarcire 250 mila euro a Rti-Mediaset per «la violazione dei diritti spettanti alla società Rti relativamente ai filmati menzionati nell’atto di citazione» e trasmessi sul sito Repubblica.it.

Lo ha stabilito la nona sezione civile del Tribunale di Roma in una sentenza dello scorso 5 ottobre.

Mediaset ha vinto una nuova battaglia della guerra che ha intrapreso contro coloro che utilizzano i suoi contenuti senza riconoscimento del diritto d’autore.

E dopo aver fatto causa a Youtube e a molti siti minori ora arrivano i risultati.

I video incriminati non riguardano il calcio, ma sono moltissimi i contenuti legati alle trasmissioni di Premium o dei canali in chiaro di Mediaset che girano in rete senza opportuno riconoscimenti. Per questo la sentenza potrebbe essere solo un primo passo.

Oltre alla pena pecuniaria, che prevede pure il pagamento delle spese legali, il gruppo sarà naturalmente tenuto anche a rimuovere i video incriminati. A questo dovrà essere aggiunta la cifra di mille euro per ogni giorno di ritardo ed ogni altra violazione.

Va ricordato che da tempo Mediaset ha invece sottoscritto un accordo con i siti del gruppo RCS per l’utilizzo dei contenuti.

 

Un limite è stato invece affermato dal tribunale a proposito dei contenuti, ovvero quando, come riportato oggi dal quotidiano ItaliaOggi: “la pubblicazione di opere televisive di terzi possa essere giustificata da esigenze di natura «economica, politica o religiosa» in assenza del carattere dell’attualità dell’informazione“.

Eccezioni, queste, che difficilmente si possono attribuire a video come quelli in esame estratti da programmi di puro intrattenimento.

Nel proprio ricordo il gruppo Espresso ha sostenuto ora che: “la sentenza stessa lede il diritto di cronaca e di informazione, e la questione di principio riguarda tutti gli editori“.