Tavecchio condannato può essere presidente FIGC. Nei confronti di Carlo Tavecchio, presidente della Figc, non sussiste un problema di inconferibilità dell’incarico legato a passate condanne penali, perché nei suoi confronti è stata pronunciata sentenza di riabilitazione.
Questo, a quanto si apprende, il contenuto di un parere dell’Anac, l’Autorità Anticorruzione, intervenuta a seguito di un esposto del Codacons. L’associazione dei consumatori, facendo riferimento a notizie on line secondo cui Tavecchio avrebbe riportato tra il 1970 e il 1998 cinque condanne penali, sosteneva che la sua nomina a presidente della Federazione gioco calcio non fosse legittima. Il parere dell’Authority poggia su due aspetti.
Il primo riguarda il fatto che la Figc è un soggetto di diritto privato e opera come tale: quindi, la nomina del presidente è un passaggio che riguarda la vita interna dell’ente.
Il secondo riguarda la posizione di Tavecchio, per il quale – rileva Anac – c’è stata una pronuncia di riabilitazione.
Di per sé il decreto attuativo della legge Severino che disciplina i casi di inconferibilità degli incarichi non si esprime sugli effetti della sentenza di riabilitazione.
Ma la norma, parallela, che riguarda invece l’incandidabilità, stabilisce che la sentenza di riabilitazione pone il soggetto nella condizione di poter essere eletto perché incensurato, estinguendo anticipatamente l’incandidabilità stessa.
Per estensione, in base a un’interpretazione ampia della legge, lo stesso può valere anche per l’inconferibilità.