L’altra faccia della medaglia, anzi del medagliere, è un conto da far impallidire il tesoriere del Coni: 5 milioni e 400mila euro. È il totale dei premi che il Comitato olimpico italiano dovrà pagare entro il 31 dicembre agli atleti italiani andati a medaglia. Ne scrive oggi il quotidiano La Repubblica.
I fattori che hanno fatto lievitare il conto sono due. Il pimo: l’incremento previsto a maggio dalla giunta Coni del corrispettivo dovuto in caso di oro. A Londra ai vincitori delle gare andavano 140mila euro, qui a Rio 150 mila (le “tariffe” per argento e bronzo restano inalterate, 75 e 50mila).
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Il secondo è lo splendido comportamento negli sport di squadra: il bonus viene attribuito ai singoli giocatori. La cosa a suo modo beffarda è che, tranne il Coni e Malagò – entusiasti per l’andamento ben oltre le aspettative: Sport Illustrated ci attribuiva 20 medaglie, di cui 6 ori – questi 5,4 milioni di euro scontentano un po’ tutti.
Sui social network da giorni si fa osservare che l’Italia è tra i paesi occidentali quello che paga di più i suoi vincitori. L’Australia dà 112mila euro, la Francia 50mila, gli Usa 22,5mila, la Germania 20mila, la Gran Bretagna 0.
La polemica non tiene conto di altri fattori: ogni sistema ha i suoi equilibri. Basti tenere presente che la trionfale spedizione olimpica inglese a Rio è stata costruita con un budget di 350 milioni di sterline utilizzati per la preparazione dei soli atleti di élite: cifre impensabili per il sistema italiano. Ma i famosi 5,4 milioni del Coni, scontentano gli stessi medagliati. Perché sono da considerarsi al lordo di un’aliquota del 42%.
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Insomma, lo Stato si riprende circa la metà dell’ammontare con cui celebra i trionfi, innescando, ad ogni quadriennio, la stessa polemica.
La terza componente scontentata dalle dinamiche di distribuzione di questo tesoretto è quella tecnica: negli ultimi quattro anni numerosi, prestigiosi e “medagliati” tecnici azzurri, hanno lasciato l’Italia per andare in Paesi che pagano molto meglio. Possibile che non si riesca a razionalizzare meglio le spese e provare a trattenerli?