nuovo presidente serie a – La politica del pallone incomincia a pensare al futuro presidente della Lega di Serie A. Maurizio Beretta è in scadenza e pare che per questo giro non sia “l’unica soluzione possibile”, come disse lui stesso il giorno della rielezione nel 2013. Secondo quanto riporta l’edizione di Genova di Repubblica, nella lista dei desideri di almeno dieci club di A ci sarebbe Antonio Romei, braccio destro di Massimo Ferrero alla Sampdoria e direttore generale ombra del club. Non è l’unico in campo per la lotta che dovrebbe tenersi in autunno: oltre al terzo mandato di Beretta, i papabili sono Andrea Abodi, che sarebbe ‘promosso’ dalla Serie B, e Stefano Campoccia, vice presidente dell’Udinese.
Romei “di fronte ai corteggiamenti non si scompone, ma non può certo restare indifferente”, scrive il quotidiano diretto da Mario Calabresi. I club pronti a sostenerlo sarebbero una decina e tra questi la Samp, la Roma e la Fiorentina. Per arrivare ad occupare la poltrona più simbolica della Serie A bisogna conquistare il voto favorevole di tre quarti degli aventi diritto nelle prime due votazioni – cioè le 20 società, quindi 15 preferenze – o di due terzi dell’assemblea nei successivi scrutini. Se le indiscrezioni di Rep dovessero essere confermate, Romei sarebbe il candidato numero uno per sostituire Beretta.
Quello che è il più fidato consigliere di Ferrero potrebbe diventare il secondo presidente della Serie A della storia. Nel 2009, quando Beretta fu eletto per la prima volta, la Lega Calcio era ancora unica e Beretta ha guidato lo switch tra A e B. Da statuto, il mandato del presidente di Lega scade al termine del quadriennio olimpico dell’elezione: con le medaglie di Rio 2016, insomma, bisogna rinnovare gli uffici di via Rosellini.
E non sarà un affare politico da poco: dall’inizio del prossimo anno si dovrà incominciare a parlare concretamente della cessione del pacchetto diritti tv del prossimo triennio, dopo la sentenza dell‘Antitrust che oltre a Mediaset, Sky e Infornt ha punito proprio la Lega. Inoltre, sulla A pesa l’incognita della riforma della legge Melandri: la nuova norma potrebbe rivoluzionare l’assetto del calcio italiano.