Juventus Nike tribunale arbitrale – La battaglia legale tra la Nike e la Juventus ha avuto un primo esito: la società bianconera dovrà risarcire alla multinazionale statunitense una cifra inferiore ai due milioni di euro, lo ha deciso il tribunale arbitrale di Ginevra. Il collegio giudicante ha dato parzialmente ragione alla Nike che aveva chiesto un risarcimento-monster di 80 milioni di euro, ma la Juventus in una nota ha precisato come, a differenza di quanto emerso inizialmente, “la cifra che dovrà pagare è largamente inferiore ai due milioni di euro”. Il club, comunque, si riserva “ogni diritto ed azione, incluso l’appello della decisione arbitrale”.
Il rapporto tra la Nike e la Juventus si era incrinato dopo vittoria dello scudetto 2011-2012, il primo con Antonio Conte in panchina. In quell’occasione il club di Andrea Agnelli chiese alla Nike, allora sponsor tecnico, di apporre la terza stella sulla maglia per il raggiungimento del tricolore numero 30, anche se il conteggio ufficiale della Figc si fermava a 28 campionati vinti per via delle due A non più assegnate alla Juventus dopo Calciopoli.
La FIGC all’epoca si mise di traverso e allora la Juve e Nike tirarono fuori dal cilindro la scritta “30 sul campo”, ma intanto – come ricostruisce l’Asca – la società bianconera aveva già autorizzato la vendita di casacche non ufficiali, con le tre stelle, prodotte da un’altra azienda. Scelta che ha messo in difficoltà il prosieguo del rapporto, poi definitivamente rotto quando la Juventus ha annunciato Adidas come sponsor tecnico – accordo che ha portato i bianconeri dritto-dritto nella top ten dei contratti sportivi tra club e sponsor. Da lì è partito l’iter arbitrale con la società americana che aveva chiesto inizialmente un risarcimento da 80 milioni di euro.
Juventus, “notizie diffuse illegittimamente”
In una nota nel pomeriggio di domenica, il club di Torino ha confermato parzialmente la decisione del tribunale arbitrale, ma ha precisato come si tratti di notizie “diffuse illegittimamente, poiché in violazione dell’obbligo di riservatezza previsto dall’arbitrato disciplinato dal Regolamento Uncitral”. Oltre a riservarsi il diritto di fare appello e al sottolineare come la cifra da pagare sia “largamente inferiore a due milioni di euro”, il club ha spiegato che “tale somma non ha alcuna relazione con l’iniziativa ’30 sul campo’, che anzi – sostiene il club – ha prodotto benefici commerciali a Nike come riconosciuto dal collegio arbitrale”.