Come la Brexit può trasformare il calcio inglese: a rischio calciatori e anche allenatori

Brexit impatto Premier League calcio inglese, il voto per l’uscita dall’Unione Europea potrebbe cambiare radicalmente il volto del football d’oltremanica.

La giornata decisiva sarà il 23 giugno prossimo, quando in Gran…

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Brexit impatto Premier League calcio inglese, il voto per l’uscita dall’Unione Europea potrebbe cambiare radicalmente il volto del football d’oltremanica.

La giornata decisiva sarà il 23 giugno prossimo, quando in Gran Bretagna si andrà al voto per il referendum sull’uscita dall’UE. Una decisione che, tra le tante conseguenze, potrebbe avere un impatto importante anche sul mondo del calcio. “Un impatto decisamente significativo”, così lo ha descritto Tony Scholes, ceo dello Stoke City. Che è tra le squadre che potrebbe risentirne maggiormente in termini di giocatori: tra i Potters, infatti, ben nove calciatori necessiterebbero del permesso di soggiorno, così come Watford, Newcastle e Liverpool, come riporta Bloomberg.

Brexit impatto Premier League calcio inglese
Brexit impatto Premier League calcio inglese

In totale sarebbero oltre 100 i giocatori di Premier League ad avere bisogno di un permesso di soggiorno, più di 400 se allarghiamo il discorso anche alla seconda divisione inglese e alla prima scozzese. Senza considerare quelli che, in caso di entrata in vigore della Brexit, non potrebbero più giocare in Inghilterra.

Tanto che anche Richard Scudamore, il boss della Premier League, si è schierato apertamente contrario, in rappresentanza pure delle 20 società della massima divisione. «Sarebbe incongruo da parte nostra, da sempre aperti verso l’estero per quanto riguarda il business, le discussioni e le cooperazioni, schierarci a favore della Brexit – ha dichiarato a BBC5 -. La Premier League rappresenta un’apertura che ci renderebbe incogrui se dovessimo prendere la posizione opposta». Ma l’impatto negativo potrebbe non riguardare soltanto i calciatori.

Brexit impatto Premier League calcio inglese, i tecnici

«Non bisogna dimenticarsi della questione dei permessi di soggiorno per gli allenatori: chi in Premier League rientrerebbe nei parametri? Per esempio, potremmo vedere Ranieri vincere la Premier e poi non rispettare i requisiti per ottenere il visto?». Il problema se lo è posto Simon Chadwick, professore dell’Università di Salgord Manchester. Che si è concentrato anche su altri aspetti: «Inoltre, non sappiamo cosa la Brexit potrebbe significare per quanto riguarda i movimenti dei tifosi nei paesi dell’Unione Europea – ha proseguito il professor Chadwick. Competizioni come la Champions League sono cresciute così tanto anche grazie alla libertà di movimenti nell’Ue, ma i tifosi inglesi non possono essere sicuri che i loro viaggi in Europa rimarranno non limitati in futuro».

Anche se non mancherebbero alcuni aspetti positivi: «Qualcuno può considerare la riduzione del numero di stranieri in Premier League come una buona cosa, che darà maggiori possibilità ai giocatori di Inghilterra, Scozia, Irlanda del Nord e Galles», ha continuato Chadwick, aggiungendo infine che «tuttavia la Premier League è un importante creatore di reddito per l’economia britannica, quindi sembra improbabile che un governo post-uscita possa indebolire la posizione competitivo di questo sport, limitando l’accesso ai migliori talenti del mondo».