Maxi dividendo oneroso per i soci italiani Pirelli

Maxi dividendo Pirelli. Lo scorso anno Marco Tronchetti Provera e il gruppo dei soci italiani hanno deciso di reinvestire ai piani alti di Pirelli tutto quello che avevano ricavato dalla…

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Maxi dividendo Pirelli. Lo scorso anno Marco Tronchetti Provera e il gruppo dei soci italiani hanno deciso di reinvestire ai piani alti di Pirelli tutto quello che avevano ricavato dalla consegna dei loro pacchetti di azioni della Bicocca all’Opa promossa da ChemChina. Ma ora che l’operazione si è conclusa con successo e il gruppo industriale è stato caricato dei debiti dell’Opa i soci italiani hanno scelto di pagarsi un maxi dividendo per liberare parte delle risorse che sono immobilizzate in un gruppo che non è più quotato. Ne scrive oggi La Repubblica.

Nuova partecipazioni, veicolo attraverso cui Tronchetti, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Acutis e la famiglia Rovati con altri soci controllano il 22% del gruppo degli pneumatici, ha approvato la distribuzione di un dividendo di 230 milioni, di cui la quota parte che spetta a Tronchetti è di circa 80 milioni.

Peccato che la holding a monte della catena, oltre alle azioni di Pirelli, non ha altre risorse disponibili, pertanto per distribuire la maxi cedola ai soci ha dovuto utilizzare una linea di credito revolving che le era stata concessa a settembre – guarda caso – da Ca’ de Sass e da Unicredit.

Questa linea di credito, che doveva servire per le emergenze, era stata negoziata a un tasso di favore con le due banche, ma trattandosi di prestiti a un gruppo che a sua volta ha una partecipazione in un’azienda non quotata, fu stabilito un tasso dell’8% annuo.

Questo dettaglio fa sì che il dividendo che si apprestano a incassare Tronchetti e soci è tanto generoso quanto oneroso, perché un investimento che rende pulito l’8% all’anno, in tempi di tassi ufficiali zero e mercati nevrastenici, non è facile da reperire.

Entro marzo si saprà se Tronchetti ha trovato nuovi soci (e pare che ci siano diverse trattative in corso) di suo gradimento, pronti a rilevare fino al 15% di Pirelli che non serve a ChemChina per avere la maggioranza assoluta, e che siano pronti a scommettere sulla creazione di valore che si produrrà grazie allo scorporo e alla successiva quotazione delle gomme di alta gamma.