Museo FIFA. Apre domenica 28 febbraio il nuovo Museo FIFA, una struttura davvero allettante per un grande appassionato di calcio. Visitarlo sarà davvero un’esperienza emozionante visto che ci sarà la possibilità di immergersi nella storia dello sport più amato in Italia e non solo e di rivivere le gesta dei campioni che è impossibile dimenticare.
Il museo sarà ospitato all’interno di un palazzo degli anni ’70 di proprietà della Swiss Life, preso in affitto dalla FIFA fino al 2055. Per mettere a disposizione degli utenti la struttura è stato necessario effettuare alcuni lavori di restauro, che hanno richiesto un investimento di 110 milioni di franchi, mentre altri 30 sono stati necessari per l’allestimento dei cimeli.
L’operazione è iniziata nel 2013, quando gli unici elementi in possesso del Museo FIFA la maglia di Gino Colaussi (tra i protagonisti del Mondiale del 1938 che vide trionfare l’Italia) e l’immancabile coppa del Mondo, ma nell’arco di questi tre anni si è arrivati a toccare quota mille.
L’intenzione del massimo organismo calcistico a livello mondiale, che da oggi ha un nuovo presidente, è quello di organizzare una mostra itinerante in modo tale da consentire anche a chi vive lontano dalla Svizzera di apprezzarne le particolarità. La prima tappa è prevista in Brasile nel mese di settembre.
Un altro oggetto interessante che sarà possibile vedere da vicino sarà il referto dell’arbitro Rudolf Kreitlein, che diresse i quarti di finale del Mondiale del 1966. A Wembley si giocava Inghilterra–Argentina, dove al 35′ venne espulso Antonio Rattin, capitano della nazionale sudamericana. L’azione è entrata nella storia perché il giocatore inizialmente non voleva uscire dal campo e chiese addirittura l’intervento di un interprete per spiegare la sua opinione. Il gioco fu interrotto per 11 minuti prima che il capitano argentino si convincesse a uscire.
L’accaduto divenne determinante per l’introduzione dei cartellini gialli e rossi, un elemento ormai indispensabile di ogni gara. L’arbitro inglese Ken Aston, infatti, fu tra le persone che persuasero Rattín ad abbandonare il campo. Qualche tempo dopo Aston si fermò a un semaforo, la luce gialla e rossa gli ispirò l’idea dei cartellini che furono introdotti durante i Mondiali del 1970.
Altri oggetti indimenticabili per ogni tifoso italiano che sarà possibile vedere da vicino presso il Museo FIFA saranno la pipa di Enzo Bearzot, simbolo del Mondiale spagnolo del 1982. Da non dimenticare anche il disco d’oro conquistato dalla canzone “Notti Magiche” cantata da Gianna Nannini e Edoardo Bennato, colonna sonora dei Mondiali Italia 90 e gli occhiali indossati da Marcello Lippi in occasione della finale dei Mondiali del 2006.