Crisi Roma, i soldi non sempre danno lo scudetto. E nemmeno le rivoluzioni. Lo insegnano i giallorossi, che nelle ultime stagioni sono passati da mercati importanti e tanti cambiamenti, con il risultato che è sotto gli occhi di tutti: nessun trofeo in bacheca, Rudi Garcia ad un passo dall’esonero.
Eppure l’avventura del francese era iniziata alla grande. C’erano da dimenticare i tre anni fallimentari tra Ranieri, Montella, Luis Enrique, Zeman e Andreazzoli. Ogni allenatore ha portato la sua idea, soprattutto sul mercato, tranne l’attuale tecnico del Leicester: 12 acquisti per lo spagnolo oggi al Barcellona, 13 per il boemo. Investimenti alti, soprattutto perché non affiancati da cessioni importanti, non a caso il mercato 2011/12 si era chiuso con un “rosso” di 67 milioni tra acquisti e cessioni, quello successivo di “soli” 33.
Con Garcia, però, la musica è cambiata: acquisti costosi, ma solo insieme a cessioni che garantissero un buona entrata (o quantomeno alte plusvalenze). Senza, però, dimenticarsi l’aspetto rivoluzionario: 34 acquisti in tre stagioni, praticamente una nuova squadra ogni anno, anche per cancellare gli errori di Luis Enrique e Zeman (oppure approfittare delle uniche cose buone con cessioni vantaggiose). E in effetti guardando i numeri complessivi emerge che il mercato fatto per il tecnico francese è quasi in pareggio, con i 217 milioni spesi quasi impattati dai 202 incassati.
Crisi Roma, il confronto: 2013/14 da urlo
Gli investimenti (seppur pareggiati) ci sono stati, il valore della rosa si è alzato (come dimostrato anche dall’aumento del monte ingaggi), ma trofei in bacheca zero. Il colpevole? Per tutti Rudi Garcia, che paga forse anche un 2013/14 ben al di sopra di qualunque aspetattiva, una stagione con cui ci si continua a confrontare anche perché i giallorossi non sono più riusciti a confermarsi a quei livelli. Il famoso “progetto”, quindi, pare ormai naufragato: tre anni di investimenti importanti e di continue rivoluzione in squadra che sono serviti “soltanto” a riportare la Roma tra le big dopo qualche stagione assai negativa. Ma l’ambiente giallorosso si aspettava qualcosa di più