Anno giudiziario 2016 sport calcio. Nel 2016 lo sport mondiale e il calcio in particolare dovrà fare i conti tra tanti nodi politico-giudiziari aperti.
Dalla Fifa al calcio di casa nostra sono in molti ad attendere udienze e giudizi che potrebbero riconsegnare una geografia del potere calcistico assai diversa.
E il calcio non è l’unico malato. Anche i nuovi capi, come Sebastian Coe, guida dell’atletica, devono già affrontare vecchie magagne – come evidenzia questa mattina un dossier de La Stampa -, vero che spesso ereditano armadi pieni di scheletri coperti dagli adesivi degli sponsor.
Nel calcio in particolare sono tre i nodi centrali.
In primis la duplice inchiesta della procura della Repubblica di Milano su diritti tv e indebiti finanziamenti ad alcune società.
Da una parte i pm milanesi hanno messo nel mirino i contratti sui diritti delle partite del campionato assegnati a Mediaset e Sky con l’intermediazione di Infront, advisor della Lega Calcio di A.
Dall’altra le irregolarità di alcune società che avrebbero alterato i loro bilanci ricevendo «indebiti finanziamenti» dalla stessa Infront per potersi iscrivere ai campionati di serie A e B.
Quest’ultimo caso potrebbe riguardare Genoa e Bari, oggetto di perquisizioni da parte della Guardia di Finanza nel mese di ottobre scorso.
L’indagine della procura di Milano è destinata ad attivare anche quella sportiva perchè, per il pm del pallone Palazzi, è necessario capire se ci sono società che partecipano ai campionati in seguito ad iscrizioni irregolari.
L’inchiesta della procura della Repubblica di Cremona sul calcioscommesse entrerà in aula per il primo giudizio di merito. L’appuntamento fissato in agenda è per il 18 febbraio, quando 104 imputati conosceranno il proprio destino davanti al gip Pierpaolo Beluzzi: l’udienza preliminare non sarà breve.
Fra gli accusati, c’è anche il ct azzurro Conte. Il tecnico della Nazionale, per il pm Di Martino, si sarebbe macchiato di una non denuncia per la sfida fra il Siena (Conte all’epoca allenava il club toscano) e l’Albinoleffe del maggio del 2011: il ct, in sostanza, non avrebbe impedito l’eventuale illecito «…nonostante il dovere di sorvegliare la condotta morale e sportiva dei calciatori…». L’accusa è quella tipica dell’omessa denuncia delle norme Figc: una forzatura, dicono i legali di Conte.
Infine: il 26 febbraio la Fifa avrà un nuovo presidente. Dopo 17 anni non sarà più Blatter e nemmeno arriverà Platini. Entrambi sono stati squalificati per 8 anni, entrambi faranno ricorso al Tribunale dello sport appena possibile, ma nessuno dei due parteciperà alle elezioni. La colpa è un accordo privato. Non esiste contratto e nemmeno una voce in bilancio: quasi due milioni di euro passati dalla Fifa a Platini senza una giustificazione scritta. Non è corruzione perché non ci sono prove ma è conflitto di interessi perché non ci sono testimoni del patto. Il loro destino è legato a un sofisma e può darsi che, così come è, non regga il vaglio del Tas.
Ma si porta dietro una gestione che l’Fbi ha definito «a delinquere» e che non può continuare. Platini sa di aver perso la corsa alla Fifa ma punta a salvare la poltrona in Uefa.