Il Brescia ricapitalizza e chiude l'era Corioni

Ricapitalizzazione Brescia calcio e nuovo Stadio Rigamonti. Avanti tutta. L’ultimo presidente storico del calcio italiano, che resisteva in carica dal 1992 è stato definitivamente archiviato e consegnato alla storia nel…

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Ricapitalizzazione Brescia calcio e nuovo Stadio Rigamonti. Avanti tutta. L’ultimo presidente storico del calcio italiano, che resisteva in carica dal 1992 è stato definitivamente archiviato e consegnato alla storia nel momento in cui l’assemblea totalitaria dei soci del Brescia Calcio ha approvato il bilancio al 30 giugno 2015 approvando la ricapitalizzazione del club.

Ora la società corre spedita: mentre in campionato la squadra di Boscaglia è stabilmente in zona play off e la società è stata risanata, si stanno facendo passi avanti importanti anche per quanto riguarda lo Stadio, con il bando “di valorizzazione” dell’area del Rigamonti che verrà pubblicato in primavera.

 

Il passaggio era già avvenuto quest’estate ma formalmente, sul piano economico finanziario, è la formalizzazione della ricapitalizzazione a consegnare l’era Corioni alla storia.

Nello scarno comunicato della società di via Bazoli viene reso noto che «l’esercizio si è chiuso con una perdita pari a 13,5 milioni di euro, ripianata interamente da Brescia Holding spa che ha provveduto a ricostruire il capitale sociale a 1,6 milioni di euro, assumendo la veste di controllante al 100 per cento di Brescia Calcio spa».

Con un’operazione da 15,1 milioni di euro (i 13,5 per ripianare le perdite e l’1,6 di ricapitalizzazione), il Brescia ora è interamente di Profida Italia. Dal 26 febbraio lo era al 98 per cento, visto che il restante 2 era rimasto a «Brescia Service», controllata dalla famiglia Corioni.

Sagramola quando la nuova proprietà si insediò, aveva parlato di «promessa della vecchia gestione a cedere in tempi ragionevoli la propria quota». E questo è successo prima del 31 dicembre, termine ultimo per l’approvazione del bilancio. Dunque, la famiglia Corioni non ha più alcuna partecipazione nel Brescia.

I 13,6 milioni erano dovuti a esposizioni bancarie e gestionali di vario genere, a vecchi debiti nei confronti del fisco emersi in buona parte negli ultimi tempi.

«I nostri soci hanno adempiuto in base alle esigenze del bilancio e hanno assicurato la continuità aziendale – il commento del presidente del Brescia Alessandro Triboldi riportato questa mattina dal quotidiano Bresciaoggi -. Sicuramente adesso possiamo guardare al futuro con serenità e fiducia».

Dunque, le parole di Marco Bonometti alla cena di Natale a Erbusco («Per il futuro non dovete preoccuparvi») sono state tradotte in realtà. Anche se il presidente degli industriali bresciani continua a chiamarsi fuori dalle vicende del Brescia, rivendicando un solo merito: quello di avere facilitato la ricerca di una soluzione che evitasse alla prima realtà sportiva della provincia il triste destino del fallimento e della sparizione dalla geografia del calcio professionistico italiano.

Nel frattempo il sindaco della città Emilio Del Bono, in occasione degli auguri di fine anno, ha confermato che il bando è in via di formulazione e che, approvato il Pgt (sul quale sono pervenute agli uffici di via Marconi 488 osservazioni da enti, associazioni e cittadini) sarà pubblicato.

Il Pgt andrà in Consiglio a febbraio, per cui è probabile che il mese successivo sia quello del lancio della gara pubblica per lo stadio. Si tratterà di una ricostruzione anche se radicale dell’attuale Rigamonti. Ma il bando sarà del tipo: concessione di valorizzazione.

Il che presuppone che chi parteciperà lo farà non solo per le opere edili ma anche con un progetto di business. Non a caso – come annunciato al sito Calcio&Finanza dal presidente Alessandro Triboldi – in club ha presentato osservazioni al Pgt perchè trovino spazio nel nuovo strumento urbanistico le previsioni necessarie a sviluppare attività connesse a quelle più strettamente sportive.