Sponsorizzazioni case automobilistiche nel calcio – Il binomio tra produttori di auto e il mondo del calcio si sta facendo sempre più stretto. Il “pallone” è diventato uno dei veicoli di promozione migliore per un gruppo automobilistico per comunicare il proprio brand. In Francia, in Germania, ma anche in Italia la presenza delle case automobilistiche nei campionati d’eccellenza è massiccia.
Hyundai Motor Group, per lanciare definitivamente i propri marchi (Hyundai e Kia), ha puntato direttamente al bersaglio grosso sponsorizzando le manifestazioni targate Fifa e Uefa (dai Mondiali ai Campionati Europei). Operazione da qualche centinaio di milioni di dollari che, nonostante le disavventure politico/giudiziarie attraversate in questo periodo dai vertici calcistici internazionali, ha dato ottime soddisfazioni al gruppo coreano che ha prolungato il contratto fino al 2022, anno dei Mondiali in Qatar. Una vetrina senza pari. Ford ha sponsorizzato addirittura per 22 anni la Champions League, prima di passare il testimone a Nissan che resterà almeno fino al 2018.
Sponsorizzazioni case automobilistiche nel calcio – il caso della Serie A
«Non esiste un fenomeno così importante e diffuso simile al calcio. In Italia la Serie A è seguita ogni anno da circa 16 milioni di persone compresi quelli che giocano al Fantacalcio. Una grande platea molto sensibile, che attraversa tutta la società e che non è raggiungibile, in modo così capillare, da nessuna altra piattaforma. Il calcio poi è passione e anche l’acquisto dell’auto ha una forte componente emozionale. Ecco quindi che si uniscono due mondi che sono legati proprio da fattori irrazionali. Se poi si parla in termini più razionali, investire risorse nel calcio, nella nostra Serie A, è un’operazione ad alto rendimento», – ha spiegato a La Stampa il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta.
Quest’ultimo concetto ha convinto, restando in Italia, più di un costruttore. La Jeep per la Juventus, la Suzuki per il Torino (un singolare derby), la Dacia per l’Udinese e la Pirelli (che fa sempre parte della filiera automotive) per Inter appaiono direttamente come main sponsor delle società. Poi c’è chi appoggia «tecnicmente» le società calcistiche: uno di questi casi è quello di Audi con il Milan. Sono anni che la sinergia va avanti perché i rossoneri e la casa dei quattro anelli «condividono un’importante tradizione di dinamismo e passione», dicono all’Audi.
Stessa consonanza di valori la si ritrova nella partnership tra Dacia-Renault e Udinese. Da una parte la casa francese esalta la concretezza del proprio marchio romeno che si accoppia bene con la filosofia dell’Udinese targata Pozzo. Dall’altro il presidente vede nel duraturo rapporto con la Dacia (otto stagioni) non solo un fattore di stabilità che consente di pianificare l’attività sul lungo temine (la precarietà delle risorse finanziarie viene indicata come elemento di fragilità del calcio nostrano), ma anche «un elemento indispensabile per la comune crescita. E poi vedo nel futuro di questo matrimonio un’opportunità per continuare a camminare insieme alla ricerca della soddisfazione reciproca nei rispettivi contesti».
D’accordo con Beretta è il direttore generale di Suzuki auto, Massimo Nalli, che vede nell’accordo con il Torino un legame «fatto anche di valori non misurabili in quanto legati all’emozionalità, allo spirito di competizione, al rispetto delle regole e dell’avversario e al gusto della sfida e della vittoria».
Budget da 1 a 17 milioni. Gli investimenti, per scrivere il proprio nome sulla maglietta di un club di Serie A, sono ingenti, ma non stratosferici. Si va dal milione di euro che Dacia versa all’Udinese ai 17 di Jeep per Juventus.
Sponsorizzazioni case automobilistiche nel calcio – Premier e Bundelisga
All’estero i finanziamenti sono più pesanti. C’è il caso del Manchester United che ha come main sponsor la Chevrolet, marchio della Genaral Motors. Dalla GM spiegano l’investimento con la dimensione mondiale dei «rossi» di Manchester amati in America quanto in Asia, mercati essenziali per Chevrolet.
Per non parlare di Volkswagen, che controlla e finanzia la squadra di casa, il Wolfsburg, ha il 20% dell’Ingolstadt e l’8,33% del Bayern (attraverso l’Audi). Direttamente o con i marchi Audi, Seat, Porsche, il Gruppo Volkswagen ha investito negli ultimi anni in altri club come Werder, Hannover, Schalke 04, Hertha, Amburgo, Monaco 1860, Lipsia, Stoccarda e Hoffenheim.
Continuando a dare un’occhiata oltre le Alpi, da citare l’operazione che Alfa Romeo ha concluso sempre in Bundesliga con l’Eintracht Francoforte. Per la Casa del Biscione è stato l’approdo in un torneo dove tutti i maggiori marchi tedeschi sono presenti in forze.