Maldini: «Un mio ritorno al Milan? Non sento Berlusconi da 6 anni»

«Il presidente Berlusconi ha fatto altre scelte. L’ho visto in occasione della mia ultima partita, è da allora che non lo sento. Non mi sono mai sentito così vicino al rientro…

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«Il presidente Berlusconi ha fatto altre scelte. L’ho visto in occasione della mia ultima partita, è da allora che non lo sento. Non mi sono mai sentito così vicino al rientro in società. So benissimo che è lui la persona che decide, e non avendolo mai sentito negli ultimi sei anni…» Parole amare quelle dell’ex capitano del Milan, Paolo Maldini, che intervistato da Sky Sport per I signori del calcio (in onda stasera alle 24.15 e poi domani alle 19.45), indica proprio nella volontà del numero uno del club rossonero la ragione del suo mancato impiego quale dirigente del Milan.

Paolo Maldini ha sottolineato che negli ultimi anni è stato spesso chiamato dal quartiere generale del club, ma che non si sono mai create le condizioni per un suo rientro nella società cui è stato, assieme a Franco Baresi, una delle bandiere. «Mi ha chiamato Leonardo, poi Allegri, Seedorf e infine Barbara Berlusconi. Loro mi coinvolgono, ma ogni volta dico la stessa cosa: se posso ridare qualcosa a una società che mi ha dato tanto, lo faccio volentieri. Ma voglio decidere con la mia testa. E questa sembra una cosa complicata o che possa creare scompiglio. Il presidente Berlusconi ha fatto altre scelte».

Guardando il Milan di oggi, «se vuoi tornare a essere grande ci vuole un percorso, ci vogliono delle idee. Ci vuole gente che sappia di calcio e in questo momento al Milan è quello che manca. Considero Galliani un grandissimo dirigente ma probabilmente dove lui è un po’ carente è nella zona calcistica: nel decidere e nel valutare i giocatori. Lì dovrebbe essere affiancato. Noi abbiamo vinto perché eravamo una grande squadra. C’era dietro una società con un progetto ambizioso e c’era il rispetto del ruolo».

L’ex capitano si sofferma anche sulla governance del club varata dopo l’ingresso in società di Barbara Berlusconi. «Il doppio ad non mi piace» – continua Maldini – «E’ vero che sono nato nel Milan ma la cosa più importante che sono riuscito a raggiungere nella mia vita è l’indipendenza di pensiero. So benissimo che è molto più facile dire alle persone a cui vuoi bene che sono brave e belle, ma è molto più utile dire le cose come stanno».

«La mia posizione critica nei confronti del Milan è solamente un atto d’amore perché verso questa società provo ancora molto amore”, assicura l’ex difensore, che approva invece la scelta di Mihajlovic in panchina. «Non è facile arrivare in una squadra come il Milan, con un passato così glorioso. Milanello, San Siro, il Milan, pesano. Per i giocatori, per gli allenatori, per tutti. Non condividevo l’idea di prendere due esordienti in un momento delicato come quello degli anni scorsi. Trovo siano state scelte azzardate. Anche se poi Seedorf ebbe dei risultati incredibili. Pero’ c’e’ bisogno di un elemento di rottura. E Mihajlovic lo è».

Aspettando la chiamata giusta da Milano, Maldini non esclude un altro tipo di impegno nel calcio. «Prima dell’ultima elezione mi è stato chiesto di entrare nella Fifa – confessa – E’ un ruolo molto politico. Da solo non lo farei. Infantino ha chiesto il mio appoggio. Vorrebbe coinvolgere diversi ex calciatori. Vedremo. Ma non mi candiderei mai da solo».