L’esonero “di fatto” di Walter Zenga si arricchisce di ora in ora di nuovi contorni in una vicenda in cui l’unica cosa che conta è l’affare complessivo intorno all’ingaggio di Vincenzo Montella da parte della Sampdoria.
NODO CLAUSOLA. L’Aeroplanino è legato alla Fiorentina da un contratto che prevede una clausola di rescissione da 5 milioni che chi vuole il tecnico deve versare nelle casse della società. I fratelli Della Valle finora non sembrano transigere su questo passaggio, e non sembrano intenzionati ad andare incontro all’allenatore con il quale la rottura estiva fu piuttosto burrascosa: lui voleva una squadra più competitiva rinforzata da investimenti, ora si ritrova una Fiorentina in mano a Paulo Sousa e al primo posto in classifica.
POLITICA SAMP. L’ingaggio di Walter Zenga per la Samp era stato un affare soprattutto dal punto di vista economico: se Mihajlovic lo scorso anno prendeva 1,2 milioni netti all’Uomo Ragno era stato accordato un ingaggio da 850 mila euro l’anno, sempre netto: un 30% in meno in linea con la necessità della società di contenere i costi. Montella invece alla Fiorentina aveva un ingaggio da 1,4 milioni di euro l’anno. Nulla di insostenibile ma si trattava a suo tempo del settimo ingaggio in serie A (con l’Inter due volte in classifica sia con Mazzarri a 3,3 milioni l’anno che con Mancini a 4 milioni l’anno).
LA SVOLTA. L’impressione è che la decisione sia tutta in capo ai Della Valle: Ferrero sta sostanzialmente chiedendo di soprassedere alla clausola rescissoria mentre i proprietari della Viola non sembrano voler arretrare. Ne fanno una questione di principio con il tecnico a cui hanno già pagato 5/12 mesi della nuova stagione calcistica.
Le alternative, riportate oggi dalla Gazzetta dello sport, se i contatti con i Della Valle non dovessero portare a una risoluzione del contratto di Montella con i viola, restano quelle di Luigi Delneri, che aveva già lavorato (con alterne fortune) insieme a Cassano, seguito da Eugenio Corini e Francesco Guidolin.