Serie A ascolti tv -Il calcio italiano sta registrando, anno dopo anno, la fuga dei tifosi dagli stadi. Ma, paradossalmente, anche la televisione, spesso accusata di essere la causa degli impianti vuoti, non sembra passarserla molto bene. Almeno a giudicare dai dati riportati dal settimanale finanziario Milano Finanza, secondo cui dopo le prime sette giornate di campionato, l’audience della Serie A sulle due piattaforme pay (Sky Italia e Mediaset Premium) è diminuita del 12%, accentuando così il trend negativo degli ultimi anni.
E questo malgrado il monte totale degli abbonati delle due piattaforme sia rimasto identico. Perché al leggero calo di Sky, scesa da 4,725 a 4,688 milioni (-37 mila), si è contrapposta la crescita di Premium, passata dagli 1,7 milioni di clienti di fine giugno agli attuali 1,815 milioni (+112 mila). Ma che il calcio giocato attragga sempre meno pubblico da casa è un dato di fatto, almeno analizzando il trend dell’ultimo triennio.

Un campanello d’allarme per i due competitor impegnati in un derby infinito. E allora quale può essere la ricetta? Il Biscione ci ha provato comprando, per più di 700 milioni, i diritti esclusivi della Champions League. Ma al momento i risultati in termini di ascolti totali (le partite della Juve viaggiano sugli 800 mila spettatori) non sono così brillanti. La pay tv di Rupert Murdoch, invece, forte dell’alleato Fox Sports, ha battuto un’altra pista: quella della diversificazione dell’offerta, concentrata nel fine settimana. MotoGp con Valentino Rossi a un passo dal decimo titolo, la Formula1 dove la Ferrari prova a rialzare la testa, il calcio estero (Fox trasmette Premier League, Liga, Bundesliga ed Eredivise), la serie B (pagata 21 milioni) e i cosiddetti sport minori quali il basket, che sta avendo un buon seguito post Campionati Europei, o eventi come i Mondiali di rugby.
Una scelta, spiega Milano Finanza, legata al fatto che gli uomini del tycoon australiano hanno capito che l’eccessiva esposizione a una sola competizione fa male al telespettatore e quindi conviene ampliare la gamma d’offerta. Anche perché, se si punta tutto sul calcio, si rischia di fare la fine degli altri principali mercati europei, dove (r)esiste un solo operatore pay. Un trend che inevitabilmente riguarderà anche l’Italia. Non per nulla già più di una volta Murdoch ha bussato alla porta di Silvio Berlusconi incontrandolo nei mesi scorsi anche ad Arcore. E presto potrebbe tornare alla carica, contando sull’isolamento tematico (il solo contenuto calcistico) del nemico, per creare un unico polo nazionale.