Il progetto per la costruzione del nuovo stadio della Roma, il cui iter è già avviato da mesi, ora rischia di incagliarsi. E’ quanto riporta il quotidiano finanziario MF, secondo cui l’opera avrebbe oneri accessori e di urbanizzazione per circa 320 milioni, difficilmente finanziabili da parte dei soggetti proponenti l’opera: il costruttore Luca Parnasi e il colosso americano Starwood (presenta anche nel capitale della As Roma).
Sarebbe proprio l’ammontare degli oneri di urbanizzazioni, che secondo MF sarebbe rimasto finora riservato, a mettere a rischio l’intera opera. O quantomeno mettere in stand-by il cantiere visto che l’ammontare, secondo fonti vicine all’operazione, è considerata particolarmente elevata. Ma questa è stata l’ultima decisione presa dal sindaco della Capitale, Ignazio Marino, dimessosi però poi nei giorni scorsi.
Ma già al momento dell’ok politico, la delibera del Campidoglio lasciava pochissimo spazio alle interpretazioni: l’impianto sportivo non potrà entrare in funzione prima del completamento delle opere pubbliche. Un piano che, come già emerso, comprende, tra le altre cose, la realizzazione di un’apposita fermata della linea B della metro di Roma e interventi sulle principali strade dell’area, compresa l’autostrada Roma Fiumicino.
Ma ora che il gruppo Parnasi si è trovato impegnato a definire con il sistema bancario un articolato piano di ristrutturazione, questo macigno rischia di creare un serio problema ai piani di espansione e crescita della Roma di Pallotta.
L’imprenditore americano tiene parecchio al nuovo stadio (52.500 posti a sedere ma sarà ampliabile fino a 60 mila) che si estende nel complesso su un’area di 125 ettari. «Nulla è cambiato. Il progetto è stato già approvato dal Comune. Nel mese prossimo presenteremo nuovi dossier alla Regione e pensiamo ancora di partire in primavera», ha dichiarato ieri Pallotta.