Ancelotti: “No al Milan perché ero senza energie”. Il campionato è iniziato solo da poche settimane, ma l’avvio in casa Milan è stato decisamente inferiore rispetto alle aspettative con ben quattro sconfitte su sette partite. Almeno per ora quindi, considerato che ci sono già altri due allenatori a libro paga (Inzaghi e Seedorf), Sinisa Mihajlovic resta al suo posto, ma per evitare di minare ulteriormente la fiducia della società sarà fondamentale per il serbo invertire la rotta il prima possibile. Fino a qualche tempo fa Silvio Berlusconi sembrava essere entusiasta della presenza dell’ex tecnico della Sampdoria in panchina, ma è impossibile dimenticare che in realtà il primo a essere stato contattato era stato Carlo Ancelotti.
Già prima della fine dello scorso campionato, infatti, quando Filippo Inzaghi era ancora convinto di restare nonostante i risultati negativi, Adriano Galliani era volato a Madrid per convincere l’allenatore che in rossonero ha vinto tutto a tornare con la speranza che il vecchio legame facesse da incentivo, ma così non è stato.
Il mister di Reggiolo aveva poi chiarito di voler restare fermo un anno, anche se recentemente il suo nome è stato accostato a due squadre importanti di Premier League come Chelsea e Liverpool. In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” che ritroviamo nel numero in edicola oggi Ancelotti, che ieri era a Londra per ritirare un premio, ha così parlato del suo recente passato spagnolo indicando di non avere dubbi sui motivi dell’allontanamento avvenuto con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza del contratto: “L’addio c’è stato perché non abbiamo vinto il campionato o la Coppa dei Campioni. La filosofia del Real è questa, mi hanno bocciato per questo. La Decima mi ha garantito il posto per l’anno successivo. Con Florentino Perez c’è sempre stato un rapporto di rispetto. Come con tutti i presidenti. Firmando per il Real sapevo che se non avessi vinto avrei dovuto mollare. Poteva durare un mese, un anno, tre o cinque anni. Il Real è cosi'”.
Impossibile però per Ancelotti non tornare su quanto accaduto in estate quando il ritorno al Milan sembrava essere più che possibile: “Quando ha saputo che non sarei rimasto a Madrid, Galliani è venuto a sondare il terreno. Si è presentato con tutto il suo affetto nei miei confronti ma io gli ho detto subito: no grazie. Abbiamo trascorso bei giorni. Galliani è piacevole e brillante. Ma dopo due anni di Real ero senza energie. Il Real è molto dispendioso. Di soldi non abbiamo nemmeno parlato. Comunque fosse stato un altro momento sarei tornato”.
L’allenatore, da vero cuore rossonero, ha voluto parlare anche del momento difficile che sta vivendo la sua squadra visto che non mancano le polemiche legate anche a un mercato certamente dispendioso, ma che ha lasciato alcune lacune: “A occhio e croce quello che manca, come diceva il vecchio e saggio presidente del Catania Massimino, è l’amalgama. Ma non bisogna perdere fiducia, bisogna insistere. Al Milan sta capitando quello che è successo alla Juve che dopo essere arrivata alla finale di Champions naviga in retrovia. Bisogna dare tempo agli allenatori. Seedorf e Inzaghi? Non sono stati bruciati dal Milan ma dai risultati”.
Infine una chiusura su Galliani, per molti tifosi colpevole di un mercato insoddisfacente, ma il parere di Ancelotti è certamente diverso: “La gente ha la memoria corta. Contestare Galliani al Milan è come contestare la Madonna. Per me resta il dirigente più bravo in Italia”.