Raiola risponde a Ferguson: "Mi ha fatto un complimento, ma non ha capito chi è Pogba"

Raiola risponde a Ferguson: “Mi ha fatto un complimento, ma non ha capito chi è Pogba”. Prosegue a distanza di poche ore il botta e risposta tra Mino Raiola e…

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Raiola risponde a Ferguson: “Mi ha fatto un complimento, ma non ha capito chi è Pogba”. Prosegue a distanza di poche ore il botta e risposta tra Mino Raiola e Alex Ferguson in riferimento alla gestione avuta in passato da parte del tecnico nei confronti di Paul Pogba, ceduto a parametro zero pur essendo giovanissimo. Nel suo libro “Leading”, infatti, l‘ex allenatore del Manchester United aveva rivelato che il francese era stato mandato via proprio per alcuni comportamenti ritenuti scorretti del procuratore.

La realtà di Raiola è però diversa e prova a spiegare la vicenda con l’ironia che spesso lo caratterizza: “Ferguson mi ha fatto un grande complimento. Io non sono un Sir, lui si sta comportando poco da Sir, ma io mi comporto da Sir nei suoi confronti. La verità un giorno la dirà il suo ex giocatore. I fatti come ha raccontato lui non sono veritieri. Quello che ha detto Ferguson nei miei confronti lo considero un complimento, non ho bisogno di piacere a lui”.

Le accuse dell’agente, che cura gli interessi tra gli altri anche di Ibrahimovic e Balotelli, si spingono però oltre: Capisco come lui sceglieva i giocatori, non in base alle qualità ma in base ai procuratori che piacevano a lui. Io sono un procuratore che fa gli interessi dei suoi giocatori. Mi prendo le colpe senza problemi, ma lui non ha ancora capito chi è Pogba, come funziona questo mondo con i giocatori e forse ha smesso al momento giusto, ha sottolineato all’Adnkronos.

Raiola ha però voluto concludere sdrammatizzando per evitare che la tensione con Ferguson possa crescere: “Lui dice di non avere un feeling con me, ma io non posso dire lo stesso. L’ho incontrato due volte e mi sono divertito. Ho grande stima di lui, è un grandissimo manager. Si è meritato tutto quello che ha avuto e io rispetto le opinioni di tutti. Non mi sembra molto chic parlare di cose interne in modo unilaterale, vuol dire che il titolo di Sir se lo è meritato per altre ragioni. Nelle autobiografie a volte si esagera? Se questo aiuta a vendere più libri suoi io sono fiero di poterlo fare. Se viene fuori una parte per me che la dia in beneficenza…”.