Inter, Fassone: "Cacciato senza motivo. Mercato in rosso? Con una cessione a gennaio saldo in pareggio"

«No, proprio non me l’aspettavo, per i tempi e per i modi. Proprio adesso che le cose cominciavano ad andare bene. Avrei capito se mi avessero mandato via a giugno,…

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«No, proprio non me l’aspettavo, per i tempi e per i modi. Proprio adesso che le cose cominciavano ad andare bene. Avrei capito se mi avessero mandato via a giugno, dopo il deludente campionato e il rinnovo sbagliato a Mazzarri, ma adesso proprio non ci sono spiegazioni che possano reggere». Si sarebbe sfogato così con le persone a lui più vicine l’ex direttore generale dell’Inter, Marco Fassone, dopo il “licenziamento” da parte della società nerazzurra.

In realtà, come spiegato su Il Giorno da Giulio Mola, le motivazioni la società le avrebbe trovate. E le avrebbe fatte presente a Fassone, ovvero quel “rosso“ nell’ultimo mercato per le spese eccessive. Ma a chi gli sta vicino il dirigente racconta la sua verità: «E’ vero, Bolingbroke mi ha detto che ho “sforato“ i conti di 7 milioni, rimproverandomi il fatto di aver fatto la campagna acquisti seguendo il parere dell’allenatore e non il diktat della società. Ma come? Ogni giorno mi sentivo a telefono con Thohir, abbiamo dovuto fare un mercato senza un euro in tasca ma solo con prestiti e dilatando i pagamenti e ora mi contestano 7 milioni? Tanto più che con una cessione a gennaio avremmo rimesso tutto a posto…».

Sussurrano ai piani alti di corso Vittorio Emanuele che la classica goccia a far traboccare il vaso sarebbe stato l’acquisto “last minute“ di Felipe Melo, giocatore fortissimamente richiesto dall’allenatore e pagato 3,5 milioni. E questo lascia ancor più pensare che all’interno del club non tutti siano d’accordo sulle strategie. E che lo stesso Mancini non abbia poi così carta bianca dal punto di vista tecnico.

Ora che la squadra naviga in vetta alla classifica sono tutti contenti, ma davvero anche lui e il bravo ds Ausilio potrebbero essere messi in discussione alle prime difficoltà? L’unica certezza, adesso è che Bolingbroke si è preso in carico poteri e responsabilità a 360 gradi. Fassone va via ferito ma a testa alta, sapendo di aver fatto il suo dovere fino all’ultimo, sul mercato e in Lega Calcio, senza dimenticare la questione stadio, di cui si è occupato in prima persona con grande competenza. «Tranquilli, anche a questo ci penso io», avrebbe detto Bolingbroke mentre salutava il direttore generale.