Fallimento Meister Team, Giraudo assolto in appello

Diritti TV, Giraudo assolto in appello. La corte d’appello di Torino ha confermato l’assoluzione di Antonio Giraudo, ex a.d. della Juventus, processato per una vicenda collegata al fallimento di Meister…

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Diritti TV, Giraudo assolto in appello. La corte d’appello di Torino ha confermato l’assoluzione di Antonio Giraudo, ex a.d. della Juventus, processato per una vicenda collegata al fallimento di Meister Team, la società che per alcuni anni gestì i diritti tv del club bianconero. La richiesta avanzata dalla pubblica accusa nei confronti dell’ex dirigente bianconero era di cinque anni di carcere.

I giudici, invece, hanno deciso di confermare la sentenza che era stata emessa in primo grado nel novembre del 2011. La stessa pronuncia di assoluzione riguarda l’ex direttore commerciale Romy Gai e l’italo svizzero Gianfranco Bianchi, mediatore di diritti televisivi.

Ancora una volta quindi si è deciso di non dare credito alle accuse lanciate da Fabrizio Gugliermetto, proprietario di Meister Team, fallita nel 2000. La corte d’appello ha infatti assolto Giraudo e Romy Gay con formula piena. La Corte ha inoltre condannato le parti civili al risarcimento di tutte le spese processuali. Giraudo era assistito dagli avvocati Andrea e Michele Galasso; Romy Gai dagli avvocati Lorenzo Imperato e Raffaelle Enrietti. L’ipotesi d’accusa era che l’azienda fosse stata danneggiata volontariamente per favorire delle società estere. Gugliermetto, a sua volta, nel corso dell’indagine aveva patteggiato due anni di reclusione.

Per porre definitivamente la parola fine a questa vicenda giudiziare sarà comunque necessario attendere il giudizio della Cassazione, anche se partire da una doppia assoluzione potrà essere un vantaggio per l’ex amministratore delegato bianconero. Per l’altra vicenda giuridica in cui Giraudo era rimasto coinvolto, quella relativa all’ormai noto processo di Calciopoli, la situazione era andata in modo leggermente diverso: l’ex dirigente, infatti, era stato condannato a un anno e otto mesi, ma la Cassazione dopo otto ore di dibattito e sei di Camera di consiglio aveva prescitto l’accusa di associazione a delinquere che gli era stata contestata. Una decisione che aveva lasciato un po’ di amaro in bocca per la mancata decisione, come viene sempre interpretata la prescrizione.