L`ex Pallone d’oro ceco Pavel Nedved all’inizio di settembre accompagnerà in Cina il presidente della Repubblica ceca, Milos Zeman. La trasferta è organizzata in occasione delle celebrazioni per il 70esimo anniversario della Guerra del Pacifico, ma avrà l`ulteriore obiettivo di rafforzare le relazioni bilaterali fra i due paesi, oggi in pieno sviluppo.
La scelta di invitare l`ex fuoriclasse juventino come testimonial del suo paese non è certamente casuale, in quanto oggi Nedved è il personaggio ceco più conosciuto nel paese del Dragone. A rivelarlo sono oggi i media cechi, secondo i quali ad esprimere il desiderio di avere anche Nedved fra gli ospiti cechi sarebbe stata la vicepremier e ministro della Salute cinese Li Bin, la quale, nel corso di una sua recente visita a Praga, ha confessato di essere una ammiratrice della Furia ceca.
Il dirigente juventino, coglierebbe l`occasione della trasferta in estremo oriente per parlare del progetto di fondare a Shanghai una “Scuola calcio Pavel Nedved”, sull’onda della popolarità di cui gode in Cina e del boom che sta oggi vivendo il football nel paese del Dragone.
Va detto che la prossima trasferta presidenziale ceca a Pechino si svolgerà in un clima di polemica a Praga. Il presidente Milos Zeman sarà infatti l’unico, fra i capi di stato e i capi di governo dell`Unione Europea, ad essere presente nella capitale cinese, il prossimo 3 settembre, in occasione della grande parata militare organizzata per celebrare il 70° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale sul fronte del Pacifico.
La decisione di Zeman di accettare l’invito di Pechino manda all’aria l’orientamento, maturato in seno alla Ue, di far disertare queste celebrazioni a rappresentanti di vertice dei paesi membri.
L’evento programmato sulla piazza Tienanmen rischia infatti di trasformarsi in una dimostrazione di forza militare e di retorica anti Giappone, il paese che uscì sconfitto dal conflitto. La parata, per di più, è prevista nella stessa piazza dove nel giugno del 1989 si svolse la sanguinosa repressione contro la rivolta studentesca.