Spagna, Guardiola si candida ed il ministro dell'interno lo attacca

Spagna, la politica ed il calcio a volte si intrecciano ma non sempre vanno d’accordo. Come confermato ieri dal quotidiano iberico ‘El Pais’ secondo il quale, l’ex allenatore del Barcellona, farà…

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Spagna, la politica ed il calcio a volte si intrecciano ma non sempre vanno d’accordo. Come confermato ieri dal quotidiano iberico ‘El Pais’ secondo il quale, l’ex allenatore del Barcellona, farà una corsa del tutto simbolica figurando il suo nome come ultimo in lista. “Josep Guardiola chiuderà la lista unitaria”, annuncia su twitter l’eurodeputato catalano Ramon Tremosa. Guardiola, 44 anni, è uno degli ambasciatori della causa indipendentista portata avanti dal presidente del Parlamento della Catalogna, Artur Mas che ha indetto elezioni anticipate per settembre con l’obiettivo di fare un passo avanti nell’indipendenza dal governo di Madrid.

La candidatura dell’ex allenatore non è piaciuto ad alcuni politici spagnoli. Infatti, oggi si è registrato un duro attacco di Jorge Fernandez Diaz, ministro dell’Interno spagnolo, a Pep Guardiola. Il tecnico del Bayern Monaco, ex Barcellona, fara’ infatti parte della lista unica dei candidati (il suo sara’ comunque l’ultimo nome nell’elenco) che verra’ presentata dai due principali partiti catalani, Convergenza Democratica e Sinistra Repubblicana, alle elezioni del prossimo 27 settembre. Anche se Guardiola non ha alcuna intenzione di lasciare la panchina per andare a fare il deputato (il suo sarebbe piu’ che altro un gesto simbolico a supporto dell’indipendentismo catalano), Fernandez Diaz dice che la sua decisione e’ “piuttosto triste e sfortunata” perche’ “non si puo’ avere la botte piena e la moglie ubriaca”, nel senso che non puo’ entrare in politica e restare alla guida del Bayern. “Guardiola ha gettato la maschera – spiega il ministro a ‘Cadena Cope’ -. Gente che ha giocato e trionfato con la nazionale spagnola vediamo che lo ha fatto non per interesse patriottico ma economico, perche’ ci sono persone che il Dio che hanno e’ il denaro”.

Dunque, Guardiola subisce già i primi attacchi dall’establishment politico spagnolo e le elezioni sono ancora lontane. Fatto sta che, forse realmente il calcio e la politica sono un incrocio troppo pericoloso.