Stadio Milan, la Fiera è spaccata: il 6 luglio la decisione. Ecco le criticità del progetto

Il giorno del giudizio è stato fissato sul calendario rossonero: 6 luglio 2015. La giornata che potrebbe cambiare il futuro prossimo (e remoto) del Milan, dopo la storica cessione -…

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Il giorno del giudizio è stato fissato sul calendario rossonero: 6 luglio 2015. La giornata che potrebbe cambiare il futuro prossimo (e remoto) del Milan, dopo la storica cessione – ancora non conclusa, ma ci siamo – del 48% delle quote della società a Bee Taechaubol, sarà un lunedì d’inizio estate. Quel giorno la Fondazione Fiera darà il suo verdetto sull’assegnazione dei terreni su cui il Milan vorrebbe costruire il nuovo stadio. Niente più rinvii, dopo una serie di approfondimenti richiesti dalla Fondazione che hanno fatto slittare la decisione di quasi quattro mesi. Il Milan aspettava una risposta per marzo, ha visto due competitor uscire di scena, oggi è “in finale” contro il progetto di un altro gruppo. E tra poco saprà.

Ieri “il Comitato Esecutivo di Fondazione Fiera Milano – si legge in un comunicato dell’ente che gestisce gli spazi al Portello – riunitosi sotto la Presidenza di Benito Benedini, ha concluso l’approfondimento delle due proposte selezionate per la riqualificazione del padiglione 1-2 del Portello, pervenute da A.C. Milan con Arup Italia s.r.l, e da Vitali SpA con STAM Europe S.A“. Niente più richieste di chiarimenti, chi dovrà decidere ha già oggi il quadro completo a disposizione. “Apprezzando la completezza dei due progetti, il Comitato Esecutivo ha fissato per il prossimo 6 luglio una nuova seduta per assumere le delibere da sottoporre al Consiglio Generale, che si riunirà in seduta straordinaria nella stessa data, per prendere la decisione finale sul progetto di riqualificazione del Portello”.

L’ufficialità arriverà entro quella serata. Il Comitato Esecutivo (9 membri, quelli che di fatto prenderanno la decisione) si riunirà alle 14.30, a seguire proporrà al Consiglio Generale (26 membri) di ratificare il verdetto. Non è mai successo nella storia, ma teoricamente il Consiglio potrebbe anche sovvertire quanto deciso del Comitato. Un’ipotesi ad oggi più che remota. Ma ad oggi le notizie per il Milan non sono ottime. Perché da quanto trapela dalle parti del Portello, se il Comitato Esecutivo avesse deciso ieri il progetto dei rossoneri sarebbe uscito perdente. Nel gruppo di governo della Fondazione c’è una spaccatura, di natura anche politica. All’interno del Comitato ci sono tre membri nominati dal Comune, che in questa partita ha cambiato posizione nel corso del tempo. Ad ottobre-novembre Palazzo Marino appoggiava il progetto dello stadio rossonero. Oggi, con le elezioni 2016 in vista, le proteste dei comitati dei residenti e un candidato sindaco che ancora non c’è, la situazione è cambiata: il timore di inimicarsi una fetta di cittadinanza è forte. Così anche nell’Esecutivo della Fiera – che non ha posizioni chiare in molti membri – sarebbero emerse diverse perplessità.

Le criticità del progetto del Milan riguardano anche i tempi di realizzazione (5-7 anni, contro i 18 mesi del progetto di Vitali/STAM) e i costi di bonifica: il campo da gioco – scrive Repubblica – dovrebbe essere scavato nel terreno, che però è pieno di terra di riporto della seconda guerra mondiale. Per bonificarlo – stima la Fiera – ci vorrebbero tra i 10 e i 50 milioni di euro. E non pare ci sia accordo totale su chi dovrebbe pagare questa cifra. Non dovrebbe essere più un problema invece l’area in mano alla Citroen: il Milan avrebbe un’opzione d’acquisto sul terreno in mano al fondo Pegasus. D’altro canto però il Milan è un’enorme occasione per la Fondazione, in particolare sotto il profilo economico. Perché garantisce un contratto 50ennale e la gestione diretta di ciò che farà sul terreno. L’altro progetto è invece molto simile ad un centro commerciale: Vitali costruirà, ma poi dovrà affittare gli spazi. E non garantisce che gli affari durino così a lungo come quelli rossoneri. Si attende un 6 luglio caldissimo a Milano.