Periscope, il Manchester United ha giocato d'anticipo

Il tormentone Periscope quest’estate non era ancora iniziato, ma in questo caso il Manchester United sembra aver prevenuto alcuni rischi proibendo l’utilizzo di alcuni devices all’interno del proprio stadio.

Il problema connesso a…

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Il tormentone Periscope quest’estate non era ancora iniziato, ma in questo caso il Manchester United sembra aver prevenuto alcuni rischi proibendo l’utilizzo di alcuni devices all’interno del proprio stadio.

Il problema connesso a Periscope, l’applicazione Twitter che sta riscuotendo grande successo in tutto il mondo, riguarda la violazione dei diritti che molti utenti potrebbero fare trasmettendo in diretta eventi di grande valore per il mercato televisivo. C&F ne ha parlato in un recente articolo.

In questo senso pare che i Red Devils siano stati in grado di muoversi in anticipo: un agire quasi profetico visto che da quest’anno sono stati bannati da Old Trafford tablets e computer portatili.

Al momento della decisione, evidentemente, l’obiettivo era quello di dissuadere i tifosi dall’effettuare riprese anche parziali delle partite, ma alla luce dell’evoluzione tecnologica quanto decretato dalla società assume un valore ancora maggiore.

Il club motivò la scelta con ragioni di “security intelligence” spiegando che le restrizioni erano legate ai nuovi controlli all’ingresso, allineati a quanto accade negli aeroporti. Nonostante questo la polizia del distretto della Greater Manchester comunicò alla BBC – era l’agosto del 2014 – di non essere in alcun modo coinvolta nella decisione, presa quindi privatamente dal club.

La proibizione non riguardava tutti i device portatili di medio grandi dimensioni: compresi gli ipad mini ed esclusi gli smartphone più piccoli di 15×10 cm. Dimensioni che – per il rotto della cuffia – permettevano l’ingresso dei nuovi iPhone 6, usciti nel mese di ottobre dello scorso anno in due formati: 13,8 x 6,7 e 15,8 x 7,7.

La stessa Premier league aveva precisato che le disposizioni erano una iniziativa individuale del Manchester United, mentre la società si era affrettata anche a smentire che il problema delle riprese video non era tanto legato alla tutela dei diritti tv, ma al fatto che l’uso di alcuni device avrebbero potuto creare problemi di visibilità agli altri spettatori.

Ora, tuttavia, la decisione della società mancuniana potrebbe fare scuola, alla luce dei nuovi rischi connessi all’evoluzione tecnologica.

Una più profonda analisi può invece far pensare che benché la scelta proibitiva possa essere la prima reazione, i broadcaster potrebbero in qualche modo sfruttare a loro volta le trasmissioni estemporanee degli spettatori, girando a loro vantaggio quello che apparentemente potrebbe essere uno svantaggio. Come spesso accade nella gestione intelligente della pirateria.