I prossimi mesi saranno tanto importanti quanto caldi, per la Ligue 1, che dovrà valutare seriamente se apportare dei cambiamenti alle attuali riforme.
Questa concreta possibilità è stata lanciata da Jean Michel Aulas, il presidente del Lione, che nelle ultime settimane ha criticato fortemente alcune situazioni, invocando un cambiamento delle regole nell’immediato futuro. Aulas infatti, innanzitutto ha criticato in modo deciso la situazione finanziaria del Lens, sottolineando come fosse necessario che la federazione se ne accorgesse ed intervenisse prima. Poi si è soffermato sulla riduzione delle sanzioni, con cui la LFP ha squalificato rispettivamente per 5 e per 3 giornate di campionato Zlatan Ibrahimovic e Dimitri Payet. I due calciatori erano stati entrambi puniti per essersi rivolti all’arbitro con parole offensive, ma le squalifiche vennero poi ridotte in un secondo momento per evitare che le due società, Paris Saint Germain e Olympique Marsiglia, boicottassero le interviste con Canal Plus fino al termine della stagione, provocando così una frattura quasi insanabile. Insomma il presidente del Lione non ha risparmiato nessuno, e questo ha infastidito numerosi dirigenti. Altri invece hanno fatto pervenire ad Aulas il loro appoggio, evidenziando ammirazione nei confronti dello stesso presidente, che sta provando in ogni modo ad apportare dei cambiamenti, di cui tutto il calcio francese avrebbe bisogno. Tra questi vi è certamente il presidente del Nantes, Waldemar Kita, che attraverso un’intervista rilasciata a Radio Monte Carlo ha dichiarato: “Almeno c’è qualcuno che prova a cambiare le cose, so che non piace a tutti ma è il presidente con più esperienza fra tutti noi. Sono d’accordo con lui al 100% e sostengo le sue idee”. Qualche tempo fa lo stesso Kita, aveva già criticato la governance della LFP, soffermandosi sull’accordo dei diritti televisivi per il periodo compreso tra il 2016-2020. Grazie ad esso i club della Ligue 1 otterranno 726 milioni annui, ma a detta del presidente del Nantes era possibile guadagnare il doppio, ovvero una cifra vicina a 1.5 miliardi, molto simile all’accordo siglato dalla Premier League. Il modello a cui si ispirano molti presidenti infatti, sarebbe proprio quello del campionato inglese, dove c’è una società commerciale che si occupa delle questione economiche ed un istituzione che invece si occupa di organizzare le competizioni.