Berlusconi: Fininvest primo socio anche in caso di quotazione del Milan

Silvio Berlusconi e la sua famiglia, attraverso Fininvest, continueranno ad essere gli azionisti di controllo del Milan ancora a lungo, anche se, come previsto dagli accordi di massima raggiunti con…

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Silvio Berlusconi e la sua famiglia, attraverso Fininvest, continueranno ad essere gli azionisti di controllo del Milan ancora a lungo, anche se, come previsto dagli accordi di massima raggiunti con il broker thailandese Bee Taechaubol, il club dovesse essere quotato in borsa. E’ lo stesso Berlusconi ha confermarlo in prima persona in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. «Il Milan resta e resterà controllato dalla Fininvest», assicura Silvio Berlusconi. «Controllato», aggiunge il quotidiano torinese, vuol dire che la maggioranza delle azioni resterà nelle mani della finanziaria di famiglia; che lui rimarrà presidente; che Barbara e Galliani non si toccano; che i thailandesi, gli arabi e i cinesi saranno soci, ma di minoranza. Insomma avevano ragione certi suoi fedelissimi che nei giorni scorsi invitavano alla prudenza e dicevano: con Berlusconi la sorpresa è sempre dietro l’angolo.

Infatti, quando la cessione del Milan sembrava cosa fatta, ecco il colpo di scena. Forse Berlusconi ha cambiato idea all’ultimo momento; o forse non ha mai davvero pensato di disfarsi di quella che, fra le sue creature, è probabilmente la più amata, il Grande Milan degli otto scudetti e delle cinque Champions League. Può darsi che qualcuno della sua famiglia abbia cercato di spingerlo al grande addio e che a un certo punto abbia creduto di esserci riuscito. Ma evidentemente Berlusconi è ancora l’uomo che, anni fa, diceva: «Io sono un imprenditore che compra, non che vende». Adesso, se vende, vende solo una parte. Ma non rinuncia a comandare.

«Negli ultimi anni il calcio è stato profondamente cambiato dall’arrivo degli oligarchi russi e degli arabi», spiega Berlusconi a La Stampa, e quando dice «il calcio» è evidente che si riferisce al calcio internazionale, perché la dimensione del suo Milan è quella. «In questo nuovo scenario, per la mia famiglia non era più possibile reggere la concorrenza. Vogliamo tenere il Milan in alto, e ci siamo resi conto che da soli non sarebbe più stato possibile. Per questo abbiamo deciso di andare alla ricerca di nuovi soci». E questa è la parola chiave: «soci», non «acquirenti». Fininvest ha vagliato diverse possibilità, fino a quando ci si è convinti che la proposta del thailandese Bee Taechaubol e dei suoi partner, l’Ads Secutities di Abu Dhabi e la China Citic Bank, era la più concreta.

«Con mister Bee abbiamo raggiunto un accordo di massima. Il 51% del Milan sarà di Fininvest, il restante 49 verrà diviso fra gli altri soci. Io resterò presidente, e resteranno anche mia figlia Barbara e Galliani». Berlusconi garantisce anche che questo assetto azionario, con Fininvest principale azionista, non sarà provvisorio e che non ci saranno clausole che consentiranno a Mr Bee e ai suoi soci di salire in maggioranza. Sul punto Berlusconi è categorico: «L’accordo prevede pure la possibilità che il Milan, a un certo punto, venga quotato in Borsa. Ebbene, se questo succederà, ciascuno di noi soci si impegna a mettere sul mercato la medesima quota percentuale delle azioni, in modo che la maggioranza relativa resti comunque in mano a Fininvest. E che io resti presidente».

Sul perché i soci dovrebbero accettare queste condizioni, soprattutto riguardo alla presidenza, Silvio Berlusconi non ha molti dubbi: «Gran parte dell’accordo si basa sulla vendita del nostro brand in Cina, dove porteremo anche le nostre scuole calcio e la nostra esperienza in campo sanitario con Milan Lab. E io credo di essere l’italiano più conosciuto in Cina».