Meno squadre in Champions? No di Platini: "Senza quei soldi i campionati non crescono"

Ridurre il numero di squadre in Champions League “significherebbe impedire a molti paesi di crescere calcisticamente. Se non permettessimo ai piccoli club, come li definisci tu, di disputare la Champions…

Ridurre il numero di squadre in Champions League “significherebbe impedire a molti paesi di crescere calcisticamente. Se non permettessimo ai piccoli club, come li definisci tu, di disputare la Champions League, questi club non riceverebbero mai i soldi della Champions League. Questi soldi possono aiutare molti campionati a crescere, in tutta Europa. E questo è il compito del presidente Uefa: far crescere il calcio in Europa”. E’ una delle risposte date da Michel Platini, presidente della Uefa, a uno dei tifosi che hanno partecipato ad #AskthePresident, l’appuntamento social in cui il numero uno del calcio europeo si è sottoposto alle domande del grande pubblico.

Platini ha parlato anche dell’aumento delle squadre partecipanti agli Europei, che dal 2016 saranno 24, con l’introduzione dei ripescaggi e degli ottavi di finale: “Sono molto felice dell’aumento del numero delle squadre partecipanti – ha commentato Platini – ma non è stata una decisione facile da prendere nel 2010, perché in quel momento bisognava capire se la qualità del calcio sarebbe stata la stessa con 24 squadre. Ma dopo un’approfondita riflessione, dopo Euro 2008, abbiamo capito di poter avere 24 buone squadre. E’ anche un grande vantaggio per le città che lo ospiteranno, perché potranno avere più di tre partite. E non dimenticare una cosa: si tratta di un grande progresso per la crescita del calcio in Europa”.

“Finora abbiamo cambiato delle regole per migliorare il calcio – ha risposto Platini – ma adesso dobbiamo affrontare dei problemi: il comportamento dei calciatori e il comportamento dei tifosi. Per quanto riguarda i calciatori, credo che a molta gente non piaccia il loro modo di rivolgersi agli arbitri, le simulazioni, eccetera. A volte il loro non è un bel comportamento, e a molta gente il calcio non piace per questo. Bisogna anche guardare il comportamento dei tifosi. Tutti noi dobbiamo essere più tolleranti. Dobbiamo lavorare contro le discriminazioni, contro il razzismo e contro la violenza nel mondo”.