Ecco perché i club inglesi non saranno più Champions dipendenti

L’accordo chiuso la settimana scorsa sulla cessione dei diritti TV della Premier League a Sky e BT Sports, per la cifra record di…

L’accordo chiuso la settimana scorsa sulla cessione dei diritti TV della Premier League a Sky e BT Sports, per la cifra record di 6,9 miliardi di euro, se da una parte ha ribadito , lo straordinario appeal commerciale del campionato inglese, dall’altra, aprirà una nuova “era” nel calcio europeo. Il binomio calcio-TV farà i club inglesi sempre più ricchi, sempre più ambiziosi, e sempre più vicini a riprendersi lo scettro di “padroni” del football. A pagare il prezzo più alto di un accordo “storico” potrebbe addirittura essere la Champions League, il trofeo (per ora) più ambito in chiave sportiva, ma in odore di “perdere” valore, tecnico ed economico.

Uno squilibrio evidente

Chi vincerà la Premier nella stagione 16-17, intascherà l’astronomica cifra che toccherà quota 200 milioni di euro; a chi invece finirà ultimo, retrocedendo, saranno garantiti almeno 130 milioni. Numeri incredibili, che fanno impallidire i flussi economici garantiti dalla Uefa per la vittoria o il buon cammino nel maggior torneo per club d’Europa: al Real Madrid, ad esempio, per la conquista della “Decima”, sono finiti 57,4 milioni di euro; nelle casse del Chelsea invece, per essere arrivata tra le “fab four”, 43,4 milioni. Nello stesso periodo di riferimento poi (stagione 13-14) il dato comparato sui ricavi tv tra le mura domestiche con quelli relativi alla partecipazione europea è, allo stesso modo, impietoso: ai blancos, con l’attuale sistema di contrattazione individuale dei diritti tv, sono finiti ben 140 milioni di euro, mentre al club di Roman Abramovich, il terzo posto in Premier è fruttato 112,9 milioni. Ma se la riforma alla contrattazione individuale dei diritti tv, in Spagna, presto fisserà i ricavi delle “Big” ad equivalere la cifra incassata dal club di Perez per il trionfo europeo, per le inglesi l’equazione non vale:  i miliardi garantiti da Sky e BT Sport, oltre al gap che ora le separa dal Real, Barcellona e Bayern Monaco in campo continentale, potrebbero riscrivere i parametri di valore nonché il fascino che tutt’ora esercita la Champions League. In favore proprio del torneo nazionale nella terra della Regina.

Un mercato monopolizzato dalla Premier

La Premier è un campionato che gioca un torneo a sé in fatto di ricavi, sia a livello individuale che collettivo: in questo senso, un solo anno dell’accordo sul prossimo triennio Tv in Inghilterra vale quasi quattro stagioni intere in Bundesliga (628 milioni a stagione); con la Liga (755 milioni a stagione) il confronto è allo stesso modo impari; un po’ meno con la Serie A (846,1 milioni, il 37% del valore del contratto inglese). Dati e cifre che testimoniano come il gap tra Inghilterra e Europa si sta facendo preoccupante tanto da permettere alle società d’Oltremanica, come ha sottolineato l’AD della Premier Scudamore, di poter “investire continuamente sul talento affinché si possa garantire il migliore spettacolo possibile”. Il calcio come show (e business) avrà nella Premier la sua massima espressione, togliendo spazio e respiro proprio alla Champions League. Tebas, numero uno della Liga, ha invece sottolineato il fulcro del problema: i maggiori campionati continentali stanno rapidamente perdendo di valore sul mercato, più rapidamente di quanto fosse nelle previsioni perché la Premier sta monopolizzando la scena TV globale con contratti dalle cifre assolutamente inarrivabili.

Premier, nuovo “motore” del calcio europeo

Il fatto che un club di Premier che retrocede incassi il triplo di quanto ottenga la squadra che si laurea campione d’Europa potrebbe sfumare, o meglio, depotenziare, il valore tecnico ed economico di prendere parte al massimo torneo continentale. Seppur questo possa valere solo per le inglesi, è indubbio che sarà la Premier il prossimo polo d’attrazione e il motore del calcio internazionale: ogni week end l’Inghilterra potrà mostrare uno spettacolo unico, prodotto dalle migliori squadre in circolazione, in cui vi giocano i migliori calciatori, sostenuti, infine dalla migliore cornice di tifo possibile. Vincere il titolo, Oltremanica, significherà, a tutti gli effetti, essere la squadra più forte, competitiva e attrezzata d’Europa e sempre più denaro finirà nelle casse dei suoi club: un circolo “virtuoso” e, allo stesso tempo, vizioso per la Champions League, attesa da un futuro ancora tutto da decifrare.