Come ormai da tradizione del calendario Uefa, dopo la Champions è il turno dell’Europa League. Un torneo che gli italiani seguiranno con grande attenzione. Mentre nella “Coppa dalle grandi orecchie” l’Italia ha conservato un solo club – la Juventus, che se la vedrà agli ottavi con il Borussia Dortmund – in quella che una volta era la Coppa Uefa sono 5 le nostre squadre. Oltre alle 4 rimaste – Inter, Napoli, Fiorentina e Torino si sono tutte qualificate alla fase a eliminazione diretta – si è aggiunta la Roma, retrocessa dalla Champions. Ma il bottino in caso di vittoria della coppa non promette di essere ingente.
In ballo ci sono 208 milioni di euro
La Uefa ha stimato in 225 milioni di euro circa gli introiti commerciali lordi. Circa il 75% di essi, ottenuti dai diritti media e dai contratti commerciali, vanno ai club che partecipano alla competizione a partire dalla fase a gironi, con il restante 25% che resterà alla Uefa per coprire i costi organizzativi. Basandosi sul ricavo lordo stimato di 225 milioni di euro, la parte della distribuzione ai club ammonterà dunque a 168,75 milioni di euro.
Inoltre, il Comitato Esecutivo della Uefa ha approvato un ulteriore contributo di 40 milioni di euro per i club impegnati in Europa League proveniente dalle percentuali destinate ai club e alla UEFA per la UEFA Champions League: quindi ai club impegnati in Europa League andrà un totale di 208,75 milioni di euro.
L’ammontare netto disponibile per i club partecipanti verrà diviso secondo il criterio della quota 60/40: 125,25 milioni di euro in pagamenti fissi, 83,5 milioni di euro in quote variabili (di mercato) che saranno distribuiti secondo il valore proporzionale di ogni mercato televisivo di riferimento dei club partecipanti: in questo caso ci riferiamo quindi al cosiddetto “market pool”, il cui ammontare definitivo si conosce solo a fine stagione. Lo scorso anno, per la Juventus semifinalista il valore è stato di 5 milioni di euro a club.
Piatto magro, per ora
Al momento, le italiane hanno più speso per raccogliere i punti necessari a vincere, rispetto ai ricavi. Per ogni squadra, in Europa League i club prendono un bonus di 400mila euro a vittoria e di 200mila a pareggio, contro il milione di euro a vittoria e i 500mila a pareggio in Champions. E poi ci sono i gettoni di presenza: 8,6 milioni per la Champions, 1,3 per l’Europa League. I magri introiti della vecchia Coppa Uefa, uniti al costo della rosa per ogni punto conquistato (l’Inter guida la classifica con 4,81 milioni spesi nel costo della rosa per ottenere 12 punti), fanno sì che fino ad ora la campagna europea delle italiane non si sia rivelata granché proficua.
La tv ci salverà
Qui però entra in scena la tv. Nel senso del market pool. In media, per le italiane in Europa League dovrebbe fruttare – in caso di avanzamento nella competizione – circa 5 milione di euro a squadra. L’unica che potrà sfregarsi le mani sarà la Roma, che avendo partecipato alla Champions potrà godere di una piatto più ricco. Un po’ come successo alla Juventus, che lo scorso anno si portò a casa dalla semifinale di Uefa solo 7 milioni (di cui 5 dal market pool), ai quali si aggiunsero i 32 circa dalla tv per la Champions.
Una situazione simile a quella della Roma oggi. Che entrando dalla Champions ai sedicesimi prenderà meno soldi delle italiane in caso di vittoria finale (11 milioni contro 14 circa), ma che vista l’eliminazione del Napoli dai preliminari di Champions si potrà spartire con la Juve circa 20 milioni di euro in più dal market pool.