Le intenzioni di Luis Figo sono serie. La sua candidatura alla poltrona di numero uno della Fifa non è di facciata. Lo si capisce sfogliando il suo programma ufficiale, presentato il 19 febbraio a Londra, in una conferenza stampa allo stadio di Wembley. Un programma che poggia su quattro punti fondamentali: migliore uso del denaro della Fifa per lo sviluppo di programmi di calcio scolare, allargamento del Mondiale, uso della tecnologia e trasparenza nella composizione del board. Il tutto con un obiettivo: diventare un’alternativa credibile a Blatter. Nel frattempo, un punto a proprio favore Figo lo ha già incassato: ha l’appoggio di Michel Platini.
Reinvestire 1,5 miliardi di riserve
“Il calcio è stato la mia passione sin da quando ero bambino. Sono stato fortunato ad avere la chance di potermi allenare e giocare quando ero giovane. Sfortunatamente questa opportunità non esiste per la maggior parte dei ragazzi nel mondo. La mia campagna parte da questa considerazione: consentire a bambini e bambine di realizzare il loro sogno offrendo maggiori strutture e possibilità”, spiega Figo. Che dai bambini vuole ripartire, con un dettagliato programma economico.
L’obiettivo di Figo è quello di redistribuire in maniera più equa i soldi che la Fifa tiene in cassa, circa 1,5 miliardi di dollari, destinandoli a vari programmi ideati ad hoc. Nel dettaglio, 209 milioni di dollari al programma “Schools for football” e altri 209 a al progetto “Boys and girls for football: uno degli obiettivi di Figo è quello di limare la disparità per genere all’interno del movimento calcistico. altri 200 milioni andrebbero al programma “Coaches for football” destinato agli allenatori. Altri 500 milioni resterebbero lasciato come fondo in caso di situazioni di emergenza e il futuro dei restanti 380 milioni verrebbe discusso al prossimo congresso Fifa.
Obiettivo: forzare il tesoriere della Fifa
C’è un problema. Sì, tra il dire e il fare c’è di mezzo Blatter. La sua, nel tempo, è stata una vera e propria scuola economica, fatta di potere finanziario e relazioni internazionali che lo hanno reso praticamente imbattibile. I bilanci del Governo mondiale del calcio parlano chiaro. Le cifre hanno tutte il segno “più” davanti. A cominciare dai 1.058 milioni di euro per le proprie riserve economiche. Non basta. La Fifa ha chiuso il 2013 con 72 milioni di dollari di utili (53 milioni di euro), frutto di ricavi per 1,4 miliardi di dollari, di cui 630 dai diritti tv e 413 dall’area commerciale.
Il Governo del calcio ha anche annunciato il budget per il periodo dal 2015 al 2018, che sarà di 5 miliardi di dollari (3,7 miliardi di euro): 2,3 miliardi arriveranno da marketing e biglietti e 2,7 miliardi dai diritti televisivi. Un risultato notevole, se rapportato ai 257 milioni di dollari di budget del periodo 1995-1998. E soprattutto, una valanga di soldi che ha consentito a Blatter di mantenere alta la base del consenso presso molte federazioni, soprattutto africane e asiatiche.
Ingolosire le federazioni con il Mondiale: una mossa alla Blatter
Vista da fuori, l’idea di allargare la formula della Coppa del Mondo sembra una buona idea. D’altronde, questo significherebbe dal punto di vista economico portare più introiti, quindi più soldi alle federazioni partecipanti. Soldi che dovranno essere reinvestiti in programmi di sviluppo del calcio. Un gruzzolo niente male: si passerebbe dagli attuali 375 milioni di dollari annui erogati a ciascuna federazione, a 2 milioni.
Il premio per chi partecipa al Mondiale passerebbe da 476 milioni di dollari a 500 milioni. Il tutto grazie a una nuova formula, che verrebbe scelta dalla Fifa tra due proposte da Figo. La prima: allargare il torneo a 40 squadre, con 8 gruppi da 5 squadre e aprendo i posti i maggiori disponibili a squadre non europee. La seconda: allargare il Mondiale a 48 squadre e dividerlo in due tornei da 24 da giocare simultaneamente in due diversi continenti, con la sola fase finale riunificata.
Ma Blatter è troppo furbo. Aveva previsto con un anno di anticipo che alle elezioni qualcuno avrebbe proposto soldi in più. Non è un caso che dopo il Mondiale 2014 (dove è stato erogato un bonus di 750mila dollari a federazion), per Russia 2018 si prevede già un aumento dei premi per le 32 finaliste: dagli attuali 476 milioni di dollari a 582. Più di quanto ha previsto Figo.
L’appoggio di Platini
L’ex giocatore dell’Inter ha però un asso nella manica: “Ho parlato con il presidente Platini, una persona importante per la storia del calcio. In questi mesi cercherò di avere il maggior numero di contatti con tutte le confederazioni. Io voglio essere il presidente di tutti”, rivela. L’appoggio di monsieur Michel sarebbe per Figo fondamentale, non tanto a livello numerico di voti, quanto per il peso che certi voti potrebbero avere in futuro. Blatter è avvisato.