Yildız Holding – Murat Ülker, il presidente della Yildız Holding, società operante nel settore alimentare e in quello delle bevande nonché principale sponsor della nazionale turca, del Galatasaray e del Fenerbahce, ha scritto alla Federazione calcistica turca comunicando che la sua azienda, che ha investito 215 milioni di dollari nel calcio negli ultimi nove anni, non sosterrà più il calcio turco.
Ülker ha spiegato la decisione della Yildız Holding dicendo: “La violenza, gli scontri e la tensione si sono associati al gioco. Il valore del marchio calcio è drasticamente diminuito e le partite hanno perso la loro attrattiva, con stadi praticamente vuot e un’atmosfera generale che non corrisponde con il concetto di fair play“. Ülker, la cui azienda è conosciuta per i suoi valori conservatori e la vicinanza al presidente turco Erdogan, non si vergogna ad incolpare il sistema di registrazione dei tifosi Passolig: “Non posso fare a meno di invidiare il pubblico calcisitco in Inghilterra e in Germania, mi dispiace invece per il mio paese. Ho recentemente visto una partita in Inghilterra ed è stato pazzesco, ciò non può essere detto per la Turchia. Il sistema Passolig potrebbe essere più flessibile”.
Per tutti questi motivi Murat Ülker e Yildız Holding hanno ritirato il loro sostegno dal calcio turco, compresa quello per la nazionale. “Ho detto questo direttamente al TFF in una lettera. Attraverso la sponsorizzazione avevamo intenzione di migliorare il calcio turco e le sue infrastrutture, per avere più giocatori bravi. Volevamo che la Turchia fosse uno dei migliori campionati in Europa e anche nel mondo. Comunque, a questo punto, ci consideriamo delusi”.
Yildız Holding e il sistema Passoling
Il sistema Passolig chiede ai tifosi di firmare e fornire i propri dati personali alla Banca Aktif, proprietà della Calik Holding, una banca commerciale fino a poco tempo fa gestita da Recep Erdogan, prima di poter acquistare i biglietti delle gare. Non sorprende che il sistema abbia incontrato una resistenza diffusa dai gruppi di tifosi che la vedono come una forma di controllo sociale, un modo di arricchire la “cerchia” del Presidente, e come una violazione dei loro diritti umani. La maggior parte dei gruppi di tifosi dovrebbero rimanere fermi nel loro boicottaggio del sistema Passolig, almeno fino a giugno, quando la questione sarà considerata dalla Corte costituzionale della Turchia come una possibile violazione del diritto alla riservatezza dei dati personali, dato che la banca coinvolta ha l’accesso ai loro dati d’identità, ai conti bancari e ad altri dati privati, che vengono condivisi con la polizia e le autorità calcistiche, ma anche per altri interessi di tipo commerciale.
Intanto, i club turchi si trovano ad affrontare enormi cali del fatturato e molte difficoltà nell’attrarre sponsorizzazioni, mentre i soli vincitori sembrano essere i club di terza divisione, al di fuori del sistema Passolig, alcuni dei quali sono oggi tra i club “più frequentati” della Turchia.
Alberto Lattuada