Financial Fair Play, la Ue ne garantisce la credibilità

Financial Fair Play (FFP) della Uefa ha ricevuto un importante impulso alla sua credibilità. La Commissione Europea ha formalmente accettato che il programma contribuisca alla “crescita sana” dello…

Financial Fair Play (FFP) della Uefa ha ricevuto un importante impulso alla sua credibilità. La Commissione Europea ha formalmente accettato che il programma contribuisca alla “crescita sana” dello sport nel continente. La dichiarazione arriva in un documento chiamato “accordo per la Cooperazione”, una sorta di memorandum d’intesa, adottato da Bruxelles; il documento di sei pagine è stato firmato da Androulla Vassiliou, Commissario per l’Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, e Michel Platini, presidente della UEFA.

Il paragrafo 2.7 della disposizione recita come segue: “La stabilità finanziaria, la trasparenza e una migliore governance nello sport possono essere perseguita attraverso una responsabile autoregolamentazione, a questo proposito, e fatto salvo del rispetto del diritto alla concorrenza, le misure sono volte a promuovere una maggiore razionalità e disciplina nelle finanze dei club. Il focus passerà ad essere sul lungo termine rispetto al breve termine, come ad esempio l’iniziativa del fair play finanziario (ffp), che contribuirà allo sviluppo sostenibile e alla crescita sana dello sport in Europa”. Tale approvazione da parte di Bruxelles può essere molto utile alla UEFA, dato che mira ad incoraggiare la gestione finanziaria sostenibile nei club di calcio professionistico in Europa.

Arrivando circa due anni e mezzo dopo una dichiarazione congiunta sulle tematiche relative al FFP fatta da Platini e Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione, il nuovo accordo raccomanda inoltre meccanismi di ridistribuzione “riguardanti, ad esempio, i ricavi dai media audiovisivi e dalle tasse di compensazione di formazione” e sottolinea l’importanza di non permettere alle proprietà di terze parti (TPO) dei diritti economici dei giocatori di “minacciare l’integrità della competizione sportiva” rinvigorendo la necessità di combattere “ogni forma di razzismo, xenofobia, omofobia e tutte le forme di discriminazione, tra cui quelle basate sulla disabilità”. Si autorizza, in pratica, la UEFA a “giocare un ruolo di primo piano nella ricerca di soluzioni adeguate su questioni relative ai trasferimenti e agli agenti dei giocatori a livello europeo”.

Alberto Lattuada