Diritti Tv Champions League – Telefonica, il colosso spagnolo delle telecomunicazioni, che nei mesi scorsi ha rilevato il controllo totalitario di Digital Plus (D+), una delle principali tv a pagamento di Spagna, e che ha prenotato l’11% di Mediaset Premium mettendo sul piatto 100 milioni di euro, non è riuscita ad aggiudicarsi i diritti tv per la trasmissione nel Paese iberico della Champions League per il triennio 2015-2018.
La cordata formata da MediaPro, cui fa capo la piattaforma satellitare Gol TV, Atresmedia, il gruppo televisivo partecipato dal gruppo De Agostini titolare della tv in chiaro Antena 3, e l’emittente catalana TV3, hanno infatti avuto la meglio sul gruppo delle tlc presieduto da Cesar Alierta, aggiudicandosi i diritti tv per le prossime tre edizioni della Champions. Un boccone appetitoso, considerando la competitività dei club spagnoli (Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid, Atletic Bilbao nel 2014/15) nella massima competizione calcistica europea, sul quale Telefonica aveva intenzione di puntare per rilanciare alla grande la propria piattaforma pay.
Mettendo sul piatto 450 milioni per il triennio (150 milioni a stagione, secondo le cifre indicate dal quotidiano economico Expansion), la cordata tra MediaPro, Atresmedia e TV3 è riuscita ad avere la meglio su Digital Plus. Nel dettaglio Atresmedia potrà trasmettere in chiaro una partita a scelta di uno dei quattro club spagnoli partecipanti alla Champions, mentre Gol TV trasmetterà a pagamento le altre tre partite. TV3 potrà trasmettere in chiaro in Catalogna una partita di uno dei quattro club partecipanti alla Champions.
Attualmente, per quanto riguarda la Champions 2014/15 in Spagna, Canal+ (Digital Plus) ha l’esclusiva a pagamento di tutti i match, mentre la tv di Stato (TVE) può trasmettere a scelta una partita in chiaro.
L’offerta della cordata MediaPro, Atresmedia e TV3 è comunque considerevolmente inferiore a quella fatta da Mediaset per aggiudicarsi i diritti tv della Champions League in Italia sempre per il triennio 2015-2018. Il gruppo controllato dalla Fininvest della famiglia Berlusconi a infatti messo sul piatto circa 700 milioni contro i 450 milioni investiti dalle tre emittenti spagnole.