Calcio, UE dichiara guerra alle partite truccate

L’Unione europea dichiara guerra alle partite truccate. Dopo un lavoro preparatorio di circa due anni, la Commissione da il via alla Convenzione europea contro la manipolazione delle competizioni sportive. Oggi,…

L’Unione europea dichiara guerra alle partite truccate. Dopo un lavoro preparatorio di circa due anni, la Commissione da il via alla Convenzione europea contro la manipolazione delle competizioni sportive. Oggi, alla conferenza dei ministri dello Sport in corso a Macolin, in Svizzera, si aprono le adesioni dei singoli stati membri a un testo che punta a prevenire, individuare e combattere le partite truccate e la manipolazione delle manifestazioni sportive.

In Italia, la questione è rilevante, dopo la bufera del calcioscommesse che ha investito personaggi noti dell’ambiente calcistico e che ha determinato dubbi e interrogativi su quella che era la regolarità dei campionati di qualche anno fa. Specie nelle serie minori, le leghe più investite da un malcostume che, sulla falsariga di quanto accaduto negli anni ’80, ha assunto un profilo inquietante soprattutto per il coinvolgimento di organizzazioni criminali internazionali.

Per questo la Convenzione invita i governi di tutta Europa ad adottare misure per evitare i conflitti d’interesse tra gli operatori delle scommesse sportive e le organizzazioni sportive, nonchè ad incoraggiare le autorità di regolamentazione delle scommesse sportive a intensificare la lotta contro la frode e le scommesse illegali. «Le partite truccate – ha detto Androulla Vassiliou, Commissario europeo per lo Sport – costituiscono un problema internazionale che è possibile affrontare solo intervenendo a livello europeo e garantendo che tutti i soggetti coinvolti nella lotta contro gli autori delle frodi lavorino insieme come in una squadra. La Convenzione contribuirà a rafforzare la cooperazione tra il movimento sportivo, gli operatori dei servizi di scommesse, le autorità di contrasto, i governi e le istituzioni europee. È una battaglia che dobbiamo vincere».

Fabio Colosimo