La corsa per la presidenza Fifa è partita. E Michel Platini sarà ai blocchi di partenza, anche se il numero 1 della Uefa ancora non si scopre. Il 29 maggio 2015, a Zurigo, insieme all’outsider Jerome Champagne (al momento unico candidato ufficiale) ci sarà anche ‘le Roi’. Perchè altrimenti mostrare il cartellino rosso al presidente in carica, l’ineffabile Sepp Blatter? In sella da 15 anni ed a caccia di un quinto mandato, nonostante abbia apertamente contro le federazioni del Vecchio Continente. “Sono europeo e appoggio le posizioni europee. Non sosterrò Blatter – ha scandito Platini, a margine del Congresso Fifa a San Paolo – L’ho fatto nel 1998, ma ora basta. Lui lo sa, gliel’ho detto. La Fifa ha bisogno di aria nuova”. Lo svizzero non ha mai pronunciato le parole «mi ricandido». Però va ripetendo, anche in questi giorni, che la sua missione «non è finita», in che equivale a dire «voglio restare».
Non un bene per il calcio
“Altri quattro anni di Blatter alla guida del pallone mondiale non sarebbero un bene per il calcio, questo senza togliere che si tratta di persona degna, che ha tutto il mio rispetto”, è stata le replica di Platini. Il quale continua a tergiversare, pur ammettendo che la sua candidatura sia un’opzione. Intanto ha annunciato che scioglierà la riserva in occasione dei sorteggi Champions, in programma a Monaco il 28 agosto. “Nel 2015 avrò quasi 60 anni ed il mio problema è capire cosa farò in quelli a venire, Blatter o no, Champagne o no”. Le federazioni europee sarebbero felici di confermarlo alla guida della Uefa, ha sottolineato Platini, e vorrebbero che svelasse i suoi progetti in tempi brevi: “La scelta tra Uefa e Fifa non è come scegliere tra l’ospedale e la prigione. Certamente se deciderò di candidarmi sarà per vincere”.