Manager, uno studio inglese spiega quando cambiare allenatore

Nel calcio moderno il ruolo del manager è sinonimo di insicurezza cronica. Ciò è attribuito principalmente alle ricompense finanziarie (ad esempio, aumenti delle entrate) legate alle prestazioni, che in campo,…

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Nel calcio moderno il ruolo del manager è sinonimo di insicurezza cronica. Ciò è attribuito principalmente alle ricompense finanziarie (ad esempio, aumenti delle entrate) legate alle prestazioni, che in campo, debbono essere costantemente elevate. Oggigiorno la pressione sui manager di calcio è particolarmente intensa e se le prestazioni di un club non sono soddisfacenti, sarà poi il manager ad essere spesso sostituito. Tuttavia resta da vedere come un manager sia effettivamente utile per una squadra di calcio.

L’impatto del cambiamento

Una questione importante da valutare è l’impatto del cambiamento manageriale data l’impossibilità di sapere cosa sarebbe accaduto alle prestazioni del club se il manager fosse rimasto in carica. L’analisi del cambiamento manageriale, messa in atto da alcuni studenti universitari britannici, nei club ha evidenziato che uno scarso rendimento per prima cosa è correlato con la partenza forzata del manager, una politica che in passato non ha avuto successo.

Negli sport di squadra professionale l’analisi ha mostrato risultati contrastanti per quanto riguarda l’impatto del cambiamento manageriale. Ci sono prove che suggeriscono come il cambiamento gestionale migliori le prestazioni, soprattutto a metà stagione, ma allo stesso modo, altri studi dimostrano che la modifica di un gestore non porta ad un miglioramento delle prestazioni del club.

Le prove sulla Premier

La ricerca si è concentrata sulla Premier League inglese (EPL), che è attualmente il campionato che genera più entrate nel calcio europeo (2.9 miliardi di euro nel 2011/2012), così come si tratta del campionato più visto in tutto il mondo (i diritti di diffusione all’estero coprono oltre 200 paesi).

Il set di dati per lo studio è stato composto da squadre che hanno giocato in EPL in qualsiasi stagione tra il 2003/2004 e 2012/2013. Nel complesso, un numero totale di 36 club sono stati inclusi nell’analisi e sono stati usati i punti in campionato e le partite disputate come proxy principale per l’analisi considerando i punti di media a partita ottenuti da ciascun manager. In aggiunta a questo, è stata presa anche in considerazione la posizione in campionato prima e dopo il cambiamento di gestione. Infine, l’ultima parte della analisi ha visto dividere il campionato in due metà analizzando come il cambiamento manageriale abbia colpito i club nella metà superiore della classifica (quella che porta al titolo e alle competizioni europee ) rispetto ad i club della metà inferiore (coloro che lottano per evitare la retrocessione).

Risultati

Durante il periodo di tempo considerato, ci sono stati un totale di 60 cambiamenti manageriali tra i 36 club. Ciò equivale a una media di sei cambiamenti manageriali a stagione, che implica come durante la stagione in media il 30% dei club di Premier si trovino ad affrontare il cambiamento manageriale. Di questi 60 licenziamenti, 46 erano decisi dal club, 9 sono stati quelli in cui il gestore si è dimesso spontaneamente o per mutuo consenso, 3 hanno firmato per altri club ed hanno dovuto lasciare il loro posto e i restanti 2 casi hanno visto la nomina da parte del club di un manager ad interim fino a quando non si fosse trovato un sostituto adeguato.
Ci sono stati tre risultati principali dello studio. In primo luogo, i risultati hanno indicato che i club ottengono più punti a partita dopo il cambio di gestione. Prima del cambiamento manageriale, i club nello studio avevano una media di 1,03 punti a partita, che è salitoa a 1,17 dopo il cambiamento manageriale. Nel corso di una stagione standard nel EPL (38 gare) ciò equivale a un extra di 5,32 punti, che poteva fare la differenza tra la qualificazione per una competizione europea, evitare la retrocessione o combattere per il titolo. In secondo luogo, con riferimento alla posizione in classifica, nonostante l’aumento dei punti a partita ottenuta dalla modifica di un manager, non è risultato esserci alcuna differenza significativa nella posizione in classifica finale dopo il cambio manageriale. Tuttavia, la scoperta più interessante dello studio ha mostrato una differenza di posizione in classifica quando il campionato è stato diviso in due metà (superiore e inferiore). Nell’esaminare il cambiamento manageriale dei club compresi nella metà inferiore della classifica, c’era una differenza significativa, per cui la posizione in classifica è migliorata alla fine della stagione. Questo non è stato il caso, invece, in cui il cambiamento manageriale si è verificato in un club appartenente alla metà superiore della classifica.

Allora perché i club cambiano un sacco di manager?

I risultati suggeriscono che la modifica di un manager è più vantaggiosa per i club nella metà inferiore della classifica rispetto a quelle nella parte superiore, ma si riconoscono anche altri fattori che svolgono un ruolo. Due squadre che in questa stagione hanno cambiato presto il loro manager, quando erano entrambe in zona retrocessione (Crystal Palace e Sunderland), hanno continuato a evitare la retrocessione. Al contrario, due club che hanno cambiato il loro manager tardi nella stagione, con solo un paio di partite rimanenti (Fulham e Norwich City) hanno faticato alla fine. Questo particolare esempio, insieme con i principali risultati dello studio, suggeriscono come le squadre.di calcio, se si considera un cambiamento manageriale a metà stagione, dovrebbero necessariamente agire rapidamente al fine di ottenere i migliori risultati possibili.