Il suo nome, Doyen Sports, è stato legato all’approdo di Falcao all’Atletico Madrid e al suo lucroso passaggio al Monaco. Ma anche a quello di Leandro Damiao al Santos, mentre alle sue spalle ci sarebbero gli interessi anche di Jorge Mendes, il potentissimo super-agente di Cristiano Ronaldo e Jose Mourinho, dell’ex ad di Manchester United e Chelsea, Peter Kenyon, e di Simon Oliveira, già rappresentante degli interessi di David Beckham (ne abbiamo parlato qui). Doyen è poi in rapporto con il Chelsea, in quanto azionista di Rixos Hotels, sponsor dei Blues. E’ un fondo d’investimento che ha applicato la semplice logica dello speculatore al calcio: acquisto un bene a un prezzo per rivenderlo a uno più alto e intascare la differenza. Le operazioni le realizza al fianco delle squadre, coinvestendo per portare nelle rose giocatori in cerca di trampolini di lancio o affermazioni e – incidendo profondamente sulla loro gestione e sulla loro eventuale vendita successiva – monetizza quando si tratta di scommesse vincenti, proprio come nel caso di Falcao.
Dai successi di Falcao alla sfida della Premier
Dopo aver chiuso con successo un round di investimenti da 100 milioni di euro, di cui Falcao rappresenta appunto il caso-scuola (è passato dal Porto all’Atletico Madrid per 40 milioni, nonostante la situazione finanziaria difficile dei Colchoneros e proprio grazie all’intervento del fondo, poi di lì al Monaco per 60 milioni), Doyen Sport ha ora 200 milioni di cartucce da spendere e lo vuole fare in particolare sulla Premier League. Lo ha detto Nelio Lucas, l’amministratore delegato del veicolo basato a Malta, 35enne portoghese. Secondo Lucas, il modus operandi del fondo non sarebbe in contrasto con le norme della Premier League, che vieta il possesso dei diritti alle prestazioni dei calciatori alle “terze parti”.
“Stiamo preparando un modello di business apposito per la Premier”, ha detto intervistato a San Paolo da Bloomberg. “Sono sicuro che, anzi, alla fine ci vedranno con buoni occhi”. Prima dell’inizio della Coppa del Mondo brasiliana, la stessa Fifa ha in agenda un congresso di approfondimento sul tema delle terze parti e secondo il parere di alcuni legali del settore non sarà vellutata la strada di Doyen verso la massima divisione britannica. Ripercorrendo la storia del suo fondo, che ha sviluppato la sua attività proprio dopo la crisi finanziaria del 2008, e in particolare il caso di Falcao, Lucas dice semplicemente: “Il club è felice, noi siamo felici, il giocatore è felice: tutti sono felici”. Dal canto suo, il presidente del club madrileno Miguel Angel Gil ha difeso le scelte della squadra, definendole “transazioni interessanti, visto che se il giocatore non fa bene la squadra non perde nulla”.
200 milioni, due gocce nell’Oceano
Lucas presenta la sua attività come un’alternativa alle banche, che rimangono ai margini del business calcistico “preoccupate” dalle sue dinamiche troppo particolari. “I soldi sono solo una parte del business, la più importante è creare la rete di contatti. Conosco tutti i direttori sportivi, i presidenti. Sono miei amici da anni, c’è un rapporto di amicizia alla base delle trattative”. Anche mantenendo il massimo riserbo sugli investitori che finanziano la sua attività, Lucas si limita a dire che si tratta di sono personaggi che amano lo sport e riescono a guadagnare da questo. “Abbiamo miliardi di dollari di gioro d’affari”, dice in riferimento alla casamadre londinese Doyan Group. “100 milioni erano una goccia nell’oceano, ora 200 milioni sono due gocce”.