Il benestare dell’organismo della Prefettura consente adesso di procedere con i lavori per la sistemazione dei settori del Sant’Elia ancora incompleti, la curva sud e i distinti. Per l’ok definitivo in vista dell’indicazione alla Lega dello stadio per l’iscrizione al campionato ora bisogna aspettare i lavori e i collaudi degli interventi effettuati. Che le cose si stessero mettendo bene si era capito già da metà riunione: il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, uscito per una pausa, era sembrato abbastanza soddisfatto dall’andamento dell’incontro. Il grosso del lavoro era stato svolto nei giorni scorsi anche in riunioni separate tra Cagliari, Comune e Genio Civile: tutto per essere pronti per l’incontro decisivo in prefettura. Ora possono cominciare gli interventi al Sant’Elia: i distinti, da quello che hanno potuto vedere i pochi tifosi (mai più di 5 mila) che in questo campionato hanno frequentato lo stadio, sembrano quasi a posto. In alto mare invece la curva sud: il cantiere, appena iniziato, non è mai decollato.
Tempi strettissimi
La ristrutturazione a blocchi, però, potrebbe essere troppo difficile, anche secondo paolo Truzzu, consigliere della Regione Sardegna ed appartenente a Fratelli d’Italia, che con Calcio&Finanza ha parlato più da tifoso rossoblù che da rappresentante delle istituzioni.”Un modello potrebbe essere quello di Udine, che nacque a partire da una gara d’appalto a carattere europeo e che vide, poi, come unico partecipante il club friulano”. Lo stadio è del Comune e grava sul suo bilancio, secondo Truzzu non si può quindi optare per l’affidamento diretto a Silvestrone, non è normativamente possibile. L’appalto è pubblico ed è imprescindibile che per dare vita al nuovo Sant’Elia ci vogliano delle gare pubbliche, che potrebbero far rischiare molto, date le tempistiche, in vista dell’iscrizione al prossimo campionato di calcio. “La deroga è da escludere, non si può giocare in A con 5.000 spettatori, l’unica possibilità è Is Arenas, più funzionale dell’attuale Sant’Elia”. I tempi per il Cagliari si stringono e tutto i popolo rossoblù spera che sul club possa tornare il sereno per affrontare nel migliore dei modi la prossima stagione. “Lo stadio è un bene della collettività che grazie ai suoi servizi può dare lavoro a molte persone, mentre ora è un rudere che costa 300.000 euro all’anno”.
La sponda britannica
Il proprietario del Leeds United Massimo Cellino ha affermato che di essere un buon virus in un’intervista a ITV News Calendar. Ha paragonato il club ad un aereo jet con troppe persone e troppi bagagli a bordo. “Se vogliono buttarmi fuori, come un virus, dovranno impegnarsi di più”, ha detto.
Cellino sta cercando di sbarazzarsi di 40 lavoratori di Elland Road, così come di circa 400 lavoratori occasionali. Intanto il segretario del club Alison Royston è stato sospeso per ragioni che non sono ancora chiare in attesa di un’indagine interna.
Non è un segreto che Cellino voglia sbarazzarsi del manager Brian McDermott, ma costerebbe almeno 1,6 milioni di sterline per pagare gli off, dato che ha ancora due anni di contratto.
Infine la Football League sta indagando sulla chiusura temporanea di Cellino del campo di allenamento di Thorp Arch.