E’ partito col botto in Germania quello che alcuni quotidiani si sono arrischiati di definire “il processo del secolo”: il giudizio a carico del presidente del Bayern Monaco, Uli Hoeness, accusato di evasione fiscale in terra tedesca. Il numero uno del club bavarese è arrivato al tribunale di Monaco ed è stato accolto da una ressa di fotografi e operatori delle televisioni (450 giornalisti accreditati e 150 poliziotti schierati).
“Sto bene e sono pronto per il processo”, ha affermato Hoeness, accusato di avere occultato al fisco 33 milioni di euro trasferendoli su un conto bancario in Svizzera, per un’evasione stimata in circa 3,55 milioni di euro. Una cifra ben più alta, in realtà, è quella emersa con un colpo di scena del dibattimento: con una mossa a sorpresa i legali di Hoeness hanno infatti dichiarato un’evasione fiscale per 18,5 milioni di euro da parte fra il 2003 e il 2009, una cifra ben più alta di quella che gli viene contestata dall’accusa.
Pene severe in Germania
Secondo l’accusa formulata oggi nei suoi confronti, il presidente del Bayern avrebbe inoltre dichiarato perdite personali per 5,5 milioni per diminuire il suo imponibile. In Germania l’evasione fiscale per somme maggiori al milione di euro è punita con pene che vanno dai 3 ai 10 anni di carcere. La legge non è certo tenera, tanto che sopra la soglia di 100mila euro già si rischia la galera, che diventa pressoché inevitabile oltre il milioni di euro evasi.
Ma possibili gli sconti per l’autodenuncia
La vicenda del presidente del Bayern è diventata nota in tutto il mondo perché è nata da una autodenuncia, una formula che può essere molto vantaggiosa e arrivare a costare solo il 5 per cento delle somme evase a chi si smaschera autonomamente davanti alle autorità. Un vantaggio troppo generoso per la Spd, che vorrebbe limare queste agevolazioni.
Nell’autodenuncia in questione, che ha già portato a una dichiarazione di colpevolezza, Hoeness ammetteva l’esistenza del conto in Svizzera; per questo, lo scorso maggio, si è scusato e ha offerto le sue dimissioni dalla carica di presidente del Bayern Monaco, respinte dal cda del club. “Speravo di evitare il processo”, ha detto oggi ripercorrendo la vicenda della sua denuncia spontanea.
L’attuale n.1 del club campione d’Europa nella sua carriera da calciatore vinse il Mondiale con la maglia della Germania Ovest nel 1974. Il suo caso ha suscitato grande clamore mediatico in Germania e ha scandalizzato anche la cancelliera Angela Merkel, che in una recente dichiarazione si è detta “delusa” da Hoeness. Ora resta da vedere quanto i giudici saranno severi, in un processo lampo che dovrebbe approdare al verdetto già giovedì prossimo.