Milan, ricavi stabili e costi in calo: le stime di CF sul bilancio 2013

In attesa deo dati ufficiali, che saranno resi noti in primavera, Calcio e Finanza ha provato a stimare, dati alla mano, quello che potrebbe essere il risultato economico del club rossonero nell’esercizio 2013.

Barbara Berlusconi e Adriano Galliani (Foto: Insidefoto)
PREVIEW
Barbara Berlusconi e Adriano Galliani (Foto: Insidefoto)

I dati ufficiali si conosceranno solo in primavera, quando il consiglio di amministrazione del Milan approverà il bilancio 2013. Tuttavia l’attesa diffusa tra gli addetti ai lavori e tra i tifosi del diavolo è che, anche alla luce della politica di contenimento dei costi avviata nelle ultime due stagioni dal club controllato da Silvio Berlusconi e dalla sua famiglia, l’esercizio al 31 dicembre possa chiudere in sostanziale pareggio, almeno dal punto di vista operativo. Sarà davvero così? E in caso di raggiungimento di un risultato economico positivo, questo sarà sostenibile nel tempo? Ma soprattutto, in base ai numeri dell’esercizio 2013, quali prospettive si aprono, dal punto di vista sportivo, per le prossime stagioni?

Calcioefinanza.it ha provato a dare risposte a questi interrogativi, cercando di stimare, dati alla mano, quello che potrebbe essere il risultato economico del Milan nell’esercizio 2013. Un compito non certo facile, considerato che, a differenza di quanto fatto normalmente dagli analisti finanziari con le società quotate in borsa, non solo non c’è stata alcuna interlocuzione con il management del club, ma soprattutto i dati utilizzati per stimare ricavi e costi sono stati tratti da fonti, che seppur attendibili, non sono comunque fonti ufficiali. Anche per questo motivo abbiamo pensato di mettere a disposizione dei lettori di CF un documento per illustrare sia le fonti utilizzate sia la metodologia seguita per stimare le varie voci di bilancio, in modo tale che ciascuno possa valutare l’attendibilità dell’analisi.

LA PREVIEW DI CF SUL BILANCIO 2013 DEL MILAN

Secondo l’analisi di CF il Milan dovrebbe chiudere l’esercizio 2013 con un risultato operativo (Ricavi – Costi + Player trading – Ammortamenti) positivo per 14,7 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto ai 4,9 milioni del 2012, ma soprattutto al rosso di 72,5 milioni del 2011. Un risultato legato a un leggero incremento dei ricavi, che secondo le nostre attese dovrebbero attestarsi, al netto delle plusvalenze del calciomercato (player trading), a 277,13 milioni (+0,5% rispetto ai 275,8 milioni del 2012), ma soprattutto a una consistente riduzione del costo del personale tesserato, atteso a 143,8 milioni (-15,8% rispetto ai 170,9 milioni del 2012), e degli ammortamenti dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, stimati in forte diminuzione a 23,6 milioni dai 44,22 milioni dell’esercizio precedente.

Milan - conto economico 2013-2012-2011

I RICAVI RESTANO STABILI GRAZIE ALLA CHAMPIONS LEAGUE

Secondo le stime di CF i ricavi del Milan non dovrebbero subire grosse variazioni rispetto al 2012, così come la loro ripartizione tra proventi legati agli incassi da stadio (matchday), ai diritti tv e alle attività commerciali e sponsorizzazioni. I ricavi da stadio dovrebbero infatti attestarsi a 36,7 milioni, in crescita rispetto ai 33,7 milioni del 2012. Questo soprattutto in virtù dei maggiori incassi registrati nelle due sfide di Champions League giocate a San Siro nel 2013 contro il Barcellona: l’andata degli ottavi di finale, disputata il 20 febbraio e vinta per 2-0 dai rossoneri, che ha fruttato incassi per 4,6 milioni, e quella del 23 ottobre scorso, pareggiata 0-0 (3,27 milioni di incasso).

I proventi legati ai diritti televisivi dovrebbero invece essere leggermente inferiori a quelli del 2012. Secondo le stime di CF dovrebbero attestarsi attorno a 137,3 milioni: 79,9 milioni legati ai diritti tv della Serie A e 57,45 milioni dalla Champions (market pool 2012/13 e prima fase 2013/14).

Nonostante il rinnovo dell’accordo di sponsorizzazione tecnica con Adidas, annunciato lo scorso ottobre, che dovrebbe tradursi in maggiori introiti per il Milan (circa 20 milioni a stagione rispetto ai 15 milioni precedenti), abbiamo stimato che i ricavi da sponsorizzazione e da attività commerciali rimangano in linea con quelli dei precedenti esercizi a circa 80 milioni. Lo stesso è stato fatto per gli altri ricavi (stimati in 22 milioni circa), una voce che comprende la capitalizzazione dei costi del vivaio (poco meno di 8 milioni), la vendita di materiale tecnico alle scuole calcio (circa 6 milioni) e i corrispettivi incassati annualmente dalla controllata Milan Entertainment grazie alla cessione a Rai e Mediaset della library video.

Milan - ricavi 2013-2012-2011

Per quanto riguarda invece il player trading (ovvero le plus/minusvalenze realizzate dalla cessione dei calciatori), nell’esercizio 2013 il Milan dovrebbe contabilizzare una plusvalenza di circa 15 milioni. Circa 10 milioni dovrebbero arrivare dalla cessione di Pato al Corinthians mentre quella di Boateng allo Schalke 04 dovrebbe valerne circa 5. L’importo complessivo è dunque inferiore ai 56 milioni di plusvalenze realizzati nel 2012 grazie alle cessioni al PSG di Ibrahimovic e Thiago Silva.

Milan - Plusvalenze 2013-2012-2011

TETTO AGLI INGAGGI E PARAMETRI ZERO DIETRO ALLA DISCESA DEI COSTI

A fronte di ricavi stabili (e con pochi margini di futura crescita, se non per quanto riguarda la parte commerciale) era inevitabile che per raggiungere l’equilibrio gestionale la dirigenza del Milan agisse con forza sulla riduzione dei costi, a partire dagli ingaggi dei giocatori, e sul calo degli ammortamenti del costo dei cartellini, rinunciando così ad effettuare investimenti importanti nel calciomercato e cercando allo stesso tempo di estendere la scadenza dei contratti dei giocatori acquistati negli anni passati a valori elevati in modo da ridurre la quota di ammortamento annuale.

Su questo punto non si può certo dire che l’ad del Milan, Adriano Galliani, non sia riuscito a centrare l’obiettivo, almeno da un punto di vista contabile. Secondo le stime di CF, infatti, grazie all’addio della vecchia guardia del ciclo di Carlo Ancelotti, alle cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva, il costo del personale tesserato scenderà dai 170,9 milioni del 2012 a 143,8 milioni nel 2013, con un risparmio di circa 30 milioni. Ma il risparmio è ancora più consistente se si confronta il risultato atteso per il 2013 con quello riportato nel bilancio ufficiale del 2011 e che indicava un costo del personale tesserato di 206,4 milioni.

Milan - costi operativi 2013-2012-2011

Per quanto riguarda invece gli ammortamenti, secondo le stime di CF, nel bilancio 2013 dovrebbero attestarsi a 23,6 milioni, in forte calo rispetto ai 44 milioni del 2012. La riduzione di questa voce di costo è legata a due fattori: 1) L’ingaggio di giocatori a fine contratto come Montolivo, Mexes e Muntari, o svincolati, come Kakà, il cui cartellino è iscritto a bilancio a costo zero e che pertanto non è soggetto ad ammortamento; 2) Il prolungamento del contratto degli altri giocatori in rosa, acquistati negli anni passati a prezzi elevati, come ad esempio Robinho o El Sharaawy, il cui periodo di ammortamento viene pertanto esteso alla scadenza del nuovo contratto, comportando così un abbassamento della quota di ammortamento annuale.

RISULTATO OPERATIVO E RISULTATO NETTO

A fronte di queste stime di ricavi e costi, il risultato operativo (EBIT = Utile prima della gestione finanziaria e delle tasse) dovrebbe dunque essere positivo per 14,7 milioni di euro circa. Questo non significa che, sempre secondo le stime di CF, il Milan chiuderà il 2013 con un utile di bilancio. Molto dipenderà dal risultato della gestione finanziaria (e in particolare dagli interessi sul debito) e dall’incidenza del fisco, che dipenderà anche dalle scelte effettuate in materia da parte della capogruppo Fininvest.

Le  società del gruppo Milan hanno infatti esercitato l’opzione per l’adesione al consolidato fiscale, di cui agli art. 117-129 del D.P.R. 917/86, in qualità di soggetti consolidati, congiuntamente alla holding della famiglia Berlusconi, cui fa capo il 99% del club e agisce in qualità di consolidante/controllante. Negli anni passati questo ha consentito alla Fininvest di beneficiare delle eventuali perdite del club per ottenere una minore imposizione fiscale e lo scorso anno ha consentito al Milan di contabilizzare un beneficio di 4,81 milioni. In base alla stima di un risultato operativo di oltre 14 milioni è tuttavia possibile che, anche al netto di una gestione finanziaria dal segno negativo e delle tasse (stimate in linea con quelle del 2011), il Milan possa chiudere il 2013 con un utile.

FAIR PLAY FINANZIARIO E PROSPETTIVE SPORTIVE

A fronte di questi numeri il Milan non avrebbe problemi a centrare gli obiettivi previsti dal regolamento Uefa sul Fair Play Finanziario. Il risultato aggregato degli ultimi due bilanci (2012 e 2013) sarebbe infatti ampiamente al di sotto dei 40 milioni fissati dall’Uefa come rosso massimo accettabile (seppur a fronte del impegno dei soci di ripianare la perdita). Il risanamento dei conti effettuato sotto la gestione Galliani potrebbe dunque consentire a chi guiderà il Milan nelle prossime stagioni di aprire un nuovo ciclo di investimenti capace di far tornare competitivo il club in Italia e in Europa? Sulla carta la risposta potrebbe essere sì.

Partiamo da un assunto. Nei prossimi anni i ricavi del Milan dovrebbero rimanere sostanzialmente in linea con quelli degli ultimi due esercizi o, nella peggiore delle ipotesi, potrebbero contrarsi a causa di una mancata qualificazione all’edizione 2014/2015 della Champions League. Pertanto se il club decidesse di tornare a investire risorse nel calciomercato difficilmente potrebbe mantenere i conti in equilibrio.

Questo non significa che questa strada rimanga preclusa a priori. Sulla carta, il regolamento sul Financial Fair Play, almeno per i prossimi tre anni, consentirà ai club di finanziarsi ancora col rosso di bilancio, pur nei limiti fissati dalla normativa. Ma perché questo accada è necessario che la Fininvest, nell’ambito di un progetto che preveda nel medio termine una crescita dei ricavi del club, decida di aprire nuovamente i cordoni della borsa per sostenere finanziariamente il Milan. 

L’alternativa è fare quanto fatto dal Napoli e dalla Roma la scorsa estate: mettere sul mercato qualche giocatore (Balotelli? El Shaarawy?) realizzando plusvalenze e procurandosi allo stesso tempo le risorse necessarie a finanziare l’acquisto di qualche nuova promessa. Ma anche in questo caso si tratta di una politica che non può essere portata avanti all’infinito. 

C’è infine una terza strada ed è quella di proseguire con la politica intrapresa negli ultimi anni da Galliani: cercare di contenere i costi attraverso una stabilizzazione degli stipendi e l’ingaggio di giocatori a fine contratto, come il giapponese Honda, il cui ingresso in rosa non peserà sulla voce ammortamenti. Per farlo, senza compromettere la competitività sul campo, la dirigenza rossonera dovrà essere capace di darsi un progetto tecnico a medio termine, scegliendo giocatori funzionali, non solo dal punto di vista economico ma anche da quello tecnico. I tifosi del diavolo sono avvisati.