Continua la crescita del giro d’affari del Borussia Dortmund, squadra tedesca che lo scorso anno ha terminato una stagione da incorniciare e che non fosse stato per il devastante Bayern Monaco avrebbe senz’altro sollevato un trofeo: si è piazzata seconda in campionato e ha perso contro i Bavaresi la finale di Champions. Non è un caso che il 99,6% dei 55mila abbonati abbia deciso di rinnovare le proprie tessere. Il periodo luglio-settembre, primo trimestre dell’anno fiscale 2013/2014 si è chiuso con una crescita dei ricavi a 60 milioni, il 15% in più rispetto all’anno scorso.
La scomposizione delle vendite mostra il perfetto equilibrio raggiunto dal club tedesco: 7,5 milioni dal matchday, 14,7 dalla pubblicità, 20,2 dai diritti tv, 15,3 da retail, catering e licenze, 1,5 dai trasferimenti. Tra le voci di crescita per il fatturato trimestrale si segnalano i maggiori introiti dalla pubblicità, le plusvalenze dalla cessione di Lasse Sobiech e Marvin Bakalorz, e un aumento dei ricavi nel catering e nelle licenze.
Questo miglioramento alla prima riga del conto economico non si è trasferito fino alla parte bassa del bilancio. In effetti, il margine operativo consolidato è sceso da 4,1 a 2,2 milioni e il risultato netto da 2,5 a 1,3 milioni. Parte di questa situazione è dovuta proprio alle prestazioni dello scorso anno. I costi per il personale sono infatti saliti nel trimestre a 22,8 milioni di euro, 4,6 in più del primo periodo della stagione 2012/2013. Nella relazione del management si specifica che ciò è dovuto al rafforzamento della prima squadra, ma anche ai successi dell’anno precedente che hanno impattato sulla parte variabile della remunerazione legata ai risultati sportivi. Da tenere sott’occhio i debiti, saliti a 174 milioni (+12 milioni) per alcuni pagamenti riferiti al player trading e agli acconti su ticket e sponsorizzazioni. Il prosieguo della stagione è visto di nuovo in crescita ed è in parte legato dal management anche ai mondiali del Brasile del prossimo giugno: “Il Borussia sfrutta le ottime condizioni per il calcio e la diffusione del brand. Il Mondiale in Brasile significa che il 2014 sarà un anno del calcio”, scrivono i manager.